Monitoraggio e conservazione dei cetacei in Italia
CIBRA, Università di Pavia Università di Padova Museo di Storia Naturale di Milano
Questo progetto nasce nel 2008 grazie ad una convenzione
con il MATTM (DPN/2008/28401) che prevede una articolata
serie di azioni riconducibili alle seguenti aree
tematiche:
Progetto di ricostituzione di una efficiente rete di monitoraggio degli
spiaggiamenti e di unità operative di intervento
in collaborazione con il Ministero della Salute
Sviluppo di azioni di monitoraggio visuale e
acustico sulle popolazioni di cetacei, con
sperimentazione di nuove tecnologie e redazione di
progetti di monitoraggio permanente
Redazione di linee guida per un piano di azione
nazionale finalizzato alla conservazione dei cetacei
Redazione di linee guida per il monitoraggio del
rumore subacqueo
Supporto ad ACCOBAMS per l'implementazione di azioni
di conservazione, con particolare riguardo per le
linee guida di riduzione dell'impatto
rumore antropico
Il progetto si è realizzato con
l'Università di Padova e con il Museo di Storia Naturale
di Milano, con la partecipazione di numerosi enti di
ricerca nazionali e internazionali, in coerenza ed applicazione
delle prescrizioni derivanti anche dagli Accordi
internazionali di settore (Pelagos, ACCOBAMS, IWC,
Marine Strategy) per fornire utili strumenti di
conoscenza e di indagine sia al Ministero sia alla
comunità scientifica degli studiosi di biologia marina
e dei cetacei in particolare.
Attraverso la convenzione con
il Ministero si è ricostituita la rete nazionale
di monitoraggio degli spiaggiamenti e rafforzata
la sinergia fra i vari enti che sul territorio
nazionale intervengono e raccolgono dati sugli
animali rinvenuti spiaggiati o morti in mare. In
questo si sono sviluppate le sinergie con il
Ministero della Salute al fine di anche di
garantire la formazione di personale
qualificato.
Sul fronte del monitoraggio degli animali vivi si
sono sviluppate due principali linee di indagine,
una basata sui survey aerei, condotti dall’Istituto
Tethys di Milano e da ISPRA nel Tirreno meridionale,
e l’altra basata sullo sviluppo e applicazione di
tecnologie di controllo acustico dell'ambiente
marino sia con strumenti trainabili (array di
idrofoni) che con strumenti fissi. Poiché i
mammiferi marini sono animali che usano il suono non
solo per comunicare ma anche per sondare l’ambiente,
i sistemi acustici consentono infatti di rilevare la
presenza di cetacei anche quando sono in immersione,
non visibili in superficie.
I risultati delle azioni realizzate sono stati
presentati in numerosi convegni e workshop nazionali e
internazionali, nonchè alle riunioni del Comitato
Scientifico di ACCOBAMS. Gli aspetti acustici sono stati
ampiamente discussi in un workshop internazionale nel
2009 (DCL & DE
Workshop); per le problematiche relative alle
piattaforme acustiche sul fondo marino nel 2013
(18-21 ottobre) il CIBRA organizza un workshop
internazionale altamente interdisciplinare ospitato
dalla International School of Ethology alla prestigiosa
Fondazione Ettore Majorana di Erice. Il workshop "Cetacean echolocation
and outer space neutrinos: ethology and physics for
an interdisciplinary approach to underwater
bioacoustics and astrophysical particles detection"
sarà focalizzato sull'uso delle più avanzate tecnologie
messe a disposizione dei biologi marini dalla ricerca
astrofisica e oceanografica. Le prime esperienze
in questo settore sono nate con il progetto NEMO-ONDE da
cui sono emersi risultati e prospettive molto
promettenti che trovano immediata applicazione nel
monitoraggio a lungo termine al fine di supportare le
politiche di controllo e di conservazione dell'ambiente
richieste dalla Marine
Strategy.
Le azioni di più stretta pertinenza del CIBRA sono
inoltre qui delineate, con particolare riguardo per
quelle azioni che hanno attivato progetti nazionali e
internazionali, tuttora in corso e in sviluppo, i cui
risultati saranno costantemente aggiornati su queste
pagine.
Monitoraggio acustico del capodoglio
Monitoraggio acustico della balenottera e del
rumore a bassa frequenza
Monitoraggio acustico dello zifio
Rete Nazionale di Monitoraggio degli
Spiaggiamenti e Banca Dati Spiaggiamenti
I dati ottenuti nell'ambito di
questo progetto sono in corso di elaborazione per
essere forniti a ISPRA
ai fini della redazione del rapporto sullo stato
ecologico dei mari italiani in applicazione della
Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino
(Marine
Strategy) emanata del Parlamento Europeo
(2008/56/CE). Lo stato ecologico deve essere determinato
in base a 11 descrittori elencati nell’allegato I
della Direttiva dei quali il n. 1 riguarda la
biodiversità di habitat e specie e il n. 11 include il
rumore
subacqueo. ERC Advanced Grant
Le azioni di monitoraggio acustico
a lungo termine sono attualmente realizzate
nell'ambito del progetto SMO
(Submarine Multidisciplinary Observatory) di INFN
e INGV con un finanziamento FIRB 2008.
Nel corso del progetto, oltre
all’analisi completa dei dati acquisiti nel progetto NEMO-ONDE
degli anni 2005 e 2006, si sono sviluppati e testati
nuovi metodi di indagine per fornire informazioni
rilevanti per la stima delle caratteristiche della
popolazione al fine di poter costruire una base di dati
di riferimento sulla quale confrontare i dati che
saranno prodotti, con le stesse metodiche, dalla
installazione di nuove piattaforme di rilevamento
acustico sia temporanee che a lungo termine. Il progetto
ha inoltre portato all’attivazione di una ampia
cooperazione internazionale tesa a utilizzare sistemi
idrofonici cablati, inizialmente concepiti per uso
geofisico, che possono fornire dati acustici in tempo
reale sulla presenza di cetacei.
L’analisi degli IPI (Inter Pulse Interval) risulta
particolarmente promettente per delineare la struttura
della popolazione e effettuare comparazioni qualora si
possa ripetere in futuro un monitoraggio a lungo
termine.
Con questi progetti l’Italia si pone all’avanguardia
nelle tecnologie di ascolto subacqueo ai fini del
monitoraggio delle popolazioni di cetacei. Il progetto è
anche indirizzato alla sperimentazione di tecniche
spettro-statistiche per la misura del rumore in accordo
con nuovi descrittori della qualità ambientale in corso
di elaborazione a livello europeo (Marine Strategy).
Piattaforma NEMO-ONDE 2005-2006 (Catania)
All’interno del Progetto NEMO
(NEutrino Mediterranean Observatory) dell’INFN, rivolto
allo studio e alla rivelazione sottomarina di neutrini
di altissima energia, è stata realizzata una stazione
acustica sperimentale a grande profondità, chiamata OvDE
(Ocean Noise Detection Experiment), per misurare il
rumore acustico sottomarino. Tale stazione è stata
installata nel 2005 a 2000 m di profondità 21 km al
largo di Catania (Sicily, Italy) (Pavan et al., 2006;
Pavan et al., 2007). Essa è stata connessa al
laboratorio di terra (INFN – LNS) tramite cavi
elettro-ottici per poter effettuare un monitoraggio
real-time ed è stata operativa dalla fine di gennaio
del 2005 a novembre 2006, con alcune interruzioni dovute
a danni al cavo di trasmissione.
Lo scopo principale della stazione è stato lo studio
dell’ambiente acustico sottomarino al fine di sviluppare
una nuova tecnica di rivelazione basata sulla
identificazione di impulsi acustici generati dai
neutrini di elevata energia che interagiscono con
l’acqua. L’esperimento ha avuto un carattere altamente
interdisciplinare e, oltre a determinare ulteriori dati
a lungo termine sul rumore acustico sottomarino, ha
rappresentato una importante opportunità per studiare le
emissioni acustiche dei mammiferi marini che vivono in
tale area o che vi passano durante i loro movimenti
stagionali all’interno del bacino del Mediterraneo.
Questo esperimento e i dati da esso ottenuti hanno avuto
una grande risonanza sulla stampa scientifica
internazionale, con anche un articolo su Nature (Nosengo
et al., 2009), e hanno consentito numerose presentazioni
a convegni internazionali (Pavan et al., 2006, 2008;
Zardin et al., 2011; Pavan et al., in stampa) ponendo
l’Italia all’avanguardia nel settore.
NEMO-OvDE lungo un periodo di 314 giorni ha raccolto un
totale di 7359 files, che sono stati ascoltati,
classificati e analizzati. L’esperimento ha trovato
un’inaspettata presenza di animali poichè il 58% dei
giorni conteneva almeno un individuo (Zardin et al.,
2011a e 2011b; Pavan et al., in press). Poichè la
raccolta dati non è stata omogenea abbiamo calcolato il
tasso di presenza dei capodogli come il numero delle
registrazioni in cui vi era presente almeno un individuo
sul numero totale delle registrazioni. In entrambe gli
anni il 23% dei campioni orari sono da considerare
positivi riguardo la presenza di animali.
La presenza degli animali non risulta costante durante
l’anno, ma mostra due picchi in Aprile e Ottobre,
suggerendo che gli animali non risiedano nell’area di
fronte a Catania ma vi entrino e escano seguendo
esigenze biologiche. Questo è coerente con il
comportamento della specie e la letteratura scientifica
recente che prova intensi spostamenti di gruppi di
animali all’interno del Mediterraneo.
Le seguenti tabelle mostrano i risultati mensili di
presenza di capodoglio (Physeter macrocephalus)
nei files registrati; nei mesi indicati in corsivo la
piattaforma non è stata operativa per ragioni tecniche.
Team analisi
dati: F. Zardin, E.Internullo,
G.LaManna, G.Pavan
2005
n° di
giorni con campioni
Giorni con Pm
% per mese
Gennaio
7
3
43%
Febbraio
8
2
25%
Marzo
Aprile
22
14
64%
Maggio
20
20
100%
Giugno
18
9
50%
Luglio
31
10
32%
Agosto
31
22
71%
Settembre
24
7
29%
Ottobre
26
10
38%
Novembre
30
18
60%
Dicembre
14
2
14%
Totale
231
117
51%
2006
n° di
giorni con campioni
Giorni con Pm
% per mese
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
25
15
60%
Agosto
27
0
0%
Settembre
21
0
0%
Ottobre
20
16
80%
Novembre
7
4
57%
Dicembre
Totale
100
35
35%
La mole di dati raccolti consente nuovi tipi di indagine
per stimare dimensione e struttura della popolazione.
L’analisi degli IPI (Inter Pulse Interval) risulta
particolarmente promettente per delineare la struttura
della popolazione e effettuare comparazioni qualora si
possa ripetere in futuro un monitoraggio a lungo
termine, anche in aree diverse.
L'analisi di un primo campione di registrazioni ha
fornito risultati promettenti per quanto riguarda la
stima del numero e delle dimensioni degli animali
rilevati e della loro direzione di movimento. L'analisi
di un campione di registrazioni ha mostrato un range
dimensionale da 9 a 13.5 m.
L'applicazione estensiva di questi metodi di analisi
richiede però lo sviluppo e applicazione di metodi
automatici in grado di produrre risultati affidabili pur
nella variabilità delle condizioni di rumore ambientale
e di distanza e orientamento degli animali. A questo
fine in corso studi e prove per applicare metodi
automatici che consentano l'analisi completa dei dati
disponibili. I dati prodotti dal progetto grazie a un
team di esperti che ha analizzato le registrazioni
rappresenta la essenziale base di dati per valutare
l'affidabilità dei metodi automatici e quindi validarne
i risultati e l'applicabilità con minima supervisione.
Capodogli misurati tra il 7 e il 19 ottobre 2005
ottobre 2005. Sono evidenti alcuni esemplari che sono
stati rilevati più volte. Misure in metri
stimate con la formula di Growcott. Elaborazione
Dr F.Caruso INFN Catania e Univ. di Messina.
I dati acustici finora raccolti sono ora utilizzati per
lo sviluppo di nuovi metodi di analisi e di misura degli
IPI grazie anche alla collaborazione con il team di
H.Glotin dell’Università di Tolone Sud-Var, Laboratoire
des Sciences de l'Information et des Systèmes -
DYNamique de l'Information “LSIS - DYNI” (Benard et al.,
2010).
I risultati del progetto sono stati ampiamente ripresi
dalla stampa internazionale, tra cui la prestigiosa
rivista Nature che ha pubblicato l'articolo "The neutrino
and the whale" sul numero 462, del 3 Dicembre 2009.
Nel 2015, dopo
diversi anni dedicati all'analisi della ingente mole
di dati rccolti e allo sviluppo di nuovi algoritmi
di analisi è pubblicato su PlosOne un importante
articolo sull'analisi delle dimensioni dei capodogli
tramite l'IPI.
La piattaforma SN1 è stata installata
sul fondale a 2000m di profondità 21 km al largo del
porto di Catania nel luglio 2012 nell'ambito del
progetto SMO
(Submarine Multidisciplinary Observatory); basata sul
modulo GEOSTAR sviluppato da INGV, ospita un modulo
acustico INFN con caratteristiche di rilevamento
acustico analoghe a OvDE ma adotta un protocollo di
trasferimento dati più avanzato che consente
l’integrazione dei flussi di dati da più piattaforme e
un più efficiente e flessibile sistema di archiviazione
e distribuzione dei dati agli Enti interessati alla loro
analisi (Favali et al., in stampa).
Oltre a quattro idrofoni a banda larga, campionati a 96
kHz, è installato un idrofono a bassa frequenza 1-1000
Hz che rileva i segnali a bassa frequenza di interesse
geofisico (rilevamento sismico e microsismico) e
oceanografico (analisi di onde precursori di tsunami);
tale idrofono risulta anche idoneo al rilevamento dei
segnali acustici della balenottera (15-25 Hz) e consente
per la prima volta di rilevare acusticamente la presenza
della specie nel Mar Ionio.
La trasmissione dei dati dalla piattaforma ai laboratori
INFN-LNS avviene su fibra ottica con protocolli
proprietari. Ai laboratori i dati vengono archiviati in
un formato AES32 compatibile e resi disponibili via rete
agli Enti utilizzatori.
I dati sono trasformati in formato .wav standard a 16
bit e trasferiti in ftp al server della Banca Dati
Acustica del CIBRA il quale li mette a disposizione
tramite ftp al personale dedicato all’analisi che poi
provvede a salvare i risultati in una cartella condivisa
tramite DropBox.
I dati bioacustici relativi a capodoglio e balenottera
vengono elaborati da una equipe di esperti coordinata da
CIBRA.
Team analisi dati: F. Zardin, E.Internullo, F.Caruso,
A.Passini
Le seguenti tabelle mostrano i risultati di presenza
mensile del capodoglio (Physeter macrocephalus).
2012
n° di
giorni con campioni
Giorni con Pm
% per mese
Luglio
23
1
4,3%
Agosto
26
1
3,8%
Settembre
30
6
20%
Ottobre
22
1
4,5%
Novembre
Dicembre
Totale
101
9
8,9%
Monitoraggio acustico della balenottera e del rumore a
bassa frequenza
La piattaforma SMO-SN1 (Favali et
al., in stampa), oltre a 4 idrofoni a banda larga
impiegati per il monitoraggio dei capodogli e altri
odontoceti, integra un idrofono a bassa frequenza 1-1000
Hz che rileva i segnali a bassa frequenza di interesse
geofisico (rilevamento sismico e microsismico) e
oceanografico (analisi di onde precursori di tsunami);
tale idrofono risulta anche idoneo al rilevamento dei
segnali acustici della balenottera (15-25 Hz) e consente
per la prima volta di rilevare acusticamente la presenza
della specie nel Mar Ionio.
Il monitoraggio nella banda 1-1000 Hz è inoltre
indirizzato alla misura del rumore, in particolare di
origine antropica, per fornire statistiche a lungo
termine sui livelli e strutture spettrali. La
concomitante registrazione di dati AIS consentirà anche
l’individuazione e il tracciamento delle navi più
rumorose per stimare il loro contributo al rumore di
fondo nelle bande di frequenza utilizzate dai misticeti
per comunicare.
I dati bioacustici vengono elaborati da una equipe di
esperti coordinata da CIBRA.
La trasmissione dei dati dalla piattaforma ai laboratori
INFN-LNS e quindi all’INGV, responsabile dei dati
geofisici) avviene su fibra ottica con protocolli
proprietari. I dati acustici a bassa frequenza
(campionamento a 2 kHz) sono registrati in files di 10
minuti. Per ogni ora un file di 10 minuti viene
trasformato in formato .wav standard a 16 bit e
trasferito in ftp al server della Banca Dati Acustica
del CIBRA.
Date le caratteristiche dei segnali di balenottera,
stereotipate e non confondibili con altri segnali, è in
corso di test un sistema automatico di riconoscimento
che per ora affianca l’operatore, in attesa di una
completa validazione del metodo. E’ tuttavia da notare
l’intenso rumore a bassa frequenza prodotto dal traffico
navale che si manifesta in modo molto variabile, con
livelli e frequenze che possono mascherare i segnali
delle balenottere quando si ha il passaggio di navi
rumorose nell’area di rilevamento.
Spettrogramma (0-125 Hz, 160 sec) con rilevamento
acustico di balenottera in condizioni di basso rumore
di fondo.
Spettrogramma (0-125 Hz, 160 sec) con elevato rumore di
fondo dovuto al passaggio di una nave. In queste
condizioni è molto difficile rilevare la presenza di
segnali di balenottera e certamente il rumore presente
riduce considerevolmente la distanza di comunicazione
fra gli animali.
Il monitoraggio nella banda 1-1000 Hz
è pertanto anche indirizzato alla misura del rumore, in
particolare di origine antropica, per fornire
statistiche a lungo termine sui livelli e strutture
spettrali. La concomitante registrazione di dati AIS
consentirà anche l’individuazione e il tracciamento
delle navi più rumorose per stimare il loro contributo
al rumore di fondo nelle bande di frequenza utilizzate
dai misticeti per comunicare.
Questa parte del progetto consente una valutazione
dell'impatto del rumore a bassa frequenza dovuto al
traffico navale e consentirà di produrre una statistica
del rumore e del livello di mascheramento dei segnali di
comunicazione della balenottera ai fini della
valutazione dello stato ecologico dei nostri mari in
accordo con la Marine Strategy che individua nel rumore
uno degli elementi di valutazione (descrittore 11).
Spettrogramma compatto che mostra i cambiamenti di
livello e struttura spettrale del rumore nell'arco di
24 ore (24 segmenti di 10 minuti - 0-1000Hz)
I risultati di questo lavoro sono pubblicati in un
articolo su PlosONE:
Nell’ambito del progetto LIDO
e degli obiettivi di EMSO, in Mediterraneo è stato
implementato il progetto AMADEUS (A Module for the
Acoustic Detection Under the Sea) facente parte della
piattaforma ANTARES, progettata per il rilevamento ottico
e acustico dei neutrini, collocata sulle coste
mediterranee della Francia a una profondità di oltre 2000
metri, 40 km a sud di Tolone.
Nell’ambito del progetto LIDO è stata
promossa l’integrazione di sensori acustici a banda
larga per scopi bioacustici, tuttavia anche in questo
caso l‘integrazione degli strumenti bioacustici in
infrastrutture preesistenti ha comportato diversi
problemi e limitazioni nella qualità e quantità dei dati
acustici. La collocazione dei sensori AMADEUS consente
tuttavia il rilevamento acustico delle molte specie di
mammiferi marini stanziali o frequentanti le coste
liguro-provenzali; data la collocazione a grande
profondità AMADEUS si è rilevato in particolare utile e
funzionale per la detezione dei capodogli.
La discontinuità di acquisizione nei primi periodi di
attività nel 2012 rende difficile comparazioni fra le
piattaforme SN1 e AMADEUS, tuttavia si confida che
l’estensione temporale dell’acquisizione acustica, che
si prevede continuare per i prossimi 3-5 anni, possa
fornire dati inediti sulla popolazione di capodogli del
Mediterraneo.
E’ inoltre stata concordata l’installazione in AMADEUS
di un modulo acustico sviluppato da INFN, identico a
quelli impiegati in SN1.
Grazie a un accordo con l’Università Politecnica della
Catalogna (UPC, Spagna), che ha in gestione
l’acquisizione dei dati bioacustici da AMADEUS, è stato
possibile programmare l’acquisizione di files in formato
compatibile con NEMO-ONDE e SMO-SN1 a partire da
settembre 2012.
La gestione dei dati acustici è affidata a UPC con il
quale il CIBRA ha stipulato un accordo di collaborazione
per la condivisione dei dati bioacustici e per lo
sviluppo di strategie di analisi comuni e compatibili
con il progetto SMO.
Ai fini del presente studio, da settembre 2012, i files
acustici vengono acquisiti e archiviati in formato .wav
in porzioni di 5 minuti per ora per poter applicare gli
stessi metodi e protocolli applicati a ONDE e SN1.
I dati vengono trasferiti alla Banca Dati Acustici
dell’Università di Pavia tramite hard disk in quanto le
infrastrutture di trasmissione dati esistenti non
consentono e un celere trasferimento via rete.
Attualmente i dati acustici acquisiti da ANTARES-AMADEUS
sono ascoltabili e visibili in real-time su sito
realizzato da UPC nell'ambito del progetto LIDO: http://www.listentothedeep.com/acoustics/index.html
Sul sito sono inoltre visibili registrazioni di
repertorio di NEMO-ONDE e i dati acustici di altre
piattaforme di rilevamento acustico subacqueo. Sono
stati acquisiti 2100 files del periodo settembre 2012 a
gennaio 2013.
E' tuttavia in attivazione il progetto CETAGEO che
prevede un accordo diretto con il progetto ANTARES per
avere l'elaborazione dei dati acustici in tempo reale
attraverso il laboratorio LSIS - DYNI dell'Università di
Tolone Sud-Var.
Monitoraggio Zifio
Nel progetto sono stati realizzati specifici strumenti
per il rilevamento acustico dello Zifio (Ziphius
cavirostris), specie schiva, difficilmente
avvistabile, particolarmente sensibile al disturbo
antropico e al rumore in particolare, considerata a
rischio per la particolare predisposizione allo
spiaggiamento se esposta a sonar.
Il CIBRA ha realizzato un prototipo di towed array che
si è dimostrato capace di rilevare la presenza di zifi
in immersione oltre i 400 metri di profondità in un
range stimato di oltre 2km. Il prototipo è stato
richiesto per la crociera di ricerca MED 09 organizzata
da WHOI – Woods Hole Oceanographic Institution, NURC –
NATO Undersea Research Center, ONR – Office of Naval
Research, e SPAWAR – US Navy con la NRV Alliance,
piattaforma particolarmente silenziosa e pertanto idonea
al rilevamento acustico dei mammiferi marini.
Durante la crociera sono stati effettuati monitoraggi
acustici e visuali dedicati allo Zifio in tre aree:
Isole Baleari, Mare di Alboran, e Tirreno Centrale.
L’area del Tirreno Centrale presenta diverse
caratteristiche oceanografiche potenzialmente adatte
allo Zifio e dati sporadici disponibili sia da
spiaggiamenti che avvistamenti indicano la presenza di
una comunità consistente, tuttavia mai studiata ne
valutata in termini di distribuzione e densità.
Il prototipo sviluppato al CIBRA è quindi stato
utilizzato per un breve survey lungo la costa orientale
della Sardegna e nel Tirreno Centrale a sud del margine
inferiore del Santuario Pelagos. I rilievi sia visuali
che acustici hanno consentito di rilevare una
consistente presenza di capodogli nell’area della
Sardegna Sud-Orientale e la presenza di una popolazione
di Zifio nell’area i mare a nord-est della Sardegna,
lungo margine sud-orientale del Santuario Pelagos
Il sistema di rilevamento acustico e il modello di
riconoscimento dei segnali di zifio è descritto in
Zimmer & Pavan 2008 e Pavan ett al., 2009.
Con gli stessi strumenti, nel 2010 è stata organizzata
una crociera di ricerca nell’alto Tirreno con una barca
a vela e motore di 14 metri. La crociera, denominata
Zifio 10, pur ridotta a causa delle cattive condizioni
meteo-marine, ha prodotto eccellenti risultati
dimostrando l’utilizzabilità di una piattaforma mobile a
basso costo per lo studio della distribuzione dello
Zifio e confermando la presenza dello Zifio lungo il
margine sud-orientale del Santuario Pelagos.
Nel 2011 gli strumenti testati nel 2009 e 2010 sono
stati utilizzati per tre survey in Mar Ligure con la NRV
Alliance del NURC (SIRENA 11).
Nel 2012 è stato effettuato uno
studio acustico sugli zifi in Mar Ligure con
l'Università di St Andrews (UK) e Woods Hole
Oceanographic Institution (dati in elaborazione)
Mappa GIS degli avvistamenti e dei contatti acustici
realizzati nelle tre fasi della crociera Sirena 11. La
griglia mostra le aree effettivamente indgate
visualmente e acusticamente (da Maugeri G., Tesi
2012).
Survey aereo del Tirreno Meridionale
Nell'ambito
della convenzione il survey è stato condotto da parte
dell’Istituto Tethys, in collaborazione con il Dottor
Giancarlo Lauriano dell'ISPRA, nell'area del Mar
Tirreno meridionale. La metodologia di studio
per la conduzione di questi monitoraggi
(Distance Sampling da piattaforma aerea) è la
medesima sviluppata e utilizzata nell'ambito dei
progetti recentemente finanziati dal Ministero
dell'Ambiente per fornire un quadro omogeneo della
distribuzione di mammiferi marini nei mari italiani.
Avvistamenti di
stenella striata.
Avvistamenti di altre
specie (bphy=balenottera
comune; ggri=grampo; ttru=tursiope; zcav=zifio;
usd=delfinide non identificato).
da Panigada S. (Istituto Tethys) e Lauriano G.
(ISPRA), Report 2011
Monitoraggio Spiaggiamenti
Negli ultimi
anni i cetacei del Mediterraneo sono stati oggetto di
attente osservazioni per l’importanza che queste specie
rivestono come indicatori dello stato di salute delle
acque. La crescente preoccupazione per l’accumularsi nel
mare di residui inquinanti, il ripetersi di fenomeni
infettivi causa di aumentata mortalità tra i mammiferi
marini, l’aumentata carica parassitaria constatata negli
animali spiaggiati, il sospetto di fioriture algali
anomale e – non ultima – la preoccupazione per
l’incrementato e ripetuto verificarsi di spiaggiamenti
potenzialmente dovuti ad attività sonore antropiche,
sono alcuni degli aspetti che hanno ricevuto notevole
attenzione da parte di MinAmbiente e di MinSalute e
naturalmente anche da parte degli studiosi del settore.
Per affrontare
tali situazioni, MinAmbiente ha creato due strutture di
raccolta e distribuzione di dati e campioni nonchè una
Unità di Pronto Intervento in grado di agire
tempestivamente sul territorio nazionale. L’aumento
della casistica riportata negli ultimi anni,
l’estensione progressiva del monitoraggio all’intera
rete costiera italiana e le interazioni con altri
Dicasteri e i rispettivi riferimenti tecnici nazionali e
territoriali, richiedono un coordinamento accurato e una
fase di formazione armonica e sinergica che permetta di
dare le raccogliere le informazioni in maniera corretta
e completa. L’impianto normativo della costituenda Rete
Nazionale Spiaggiamenti è in via di ultimazione con gli
accordi tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare e il Ministero della Salute.
Negli ultimi
anni le strutture sopra nominate hanno concretamente
fornito, in coerenza ed applicazione delle prescrizioni
derivanti anche dagli Accordi internazionali di settore
(Pelagos, ACCOBAMS) utili strumenti di conoscenza e di
indagine sia a MinAmbiente sia alla comunità scientifica
degli studiosi di biologia marina e dei cetacei in
particolare. In vista degli accordi con MinSalute a
questi centri verrà verosimilmente chiesto una crescente
integrazione e scambio con gli Istituti Zooprofilattici
Sperimentali (d’ora in avanti IZS). Attualmente tali
strutture sono a disposizione per
l'implementazione della Marine Strategy.
Rete
nazionale di monitoraggio degli spiaggiamenti e Banca
Dati Spiaggiamenti
La rete nazionale creata e gestita dal Centro
Studi Cetacei nel 1986 sulla base dell’azione di
volontari si è progressivamente sfaldata e
successivamente al 2004 è risultata evidente una
significativa diminuzione delle segnalazioni di
spiaggiamenti e una riduzione delle aree monitorate.
Parallelamente alla riduzione delle attività del CSC
hanno iniziato ad operare singoli ricercatori e
organizzazioni locali senza alcun coordinamento
nazionale, con il risultato di una grave
frammentazione e dispersione di dati.
Con la costituzione della BDS nel 2006 (Convenzione
MATTM 12/12/2005) si è ricostituita la raccolta
centralizzata delle informazioni, e progressivamente
si è ricostituita una rete nazionale di segnalazione
degli spiaggiamenti e di rilevamento di dati
scientificamente utili.
La BDS contiene oltre 4000 segnalazioni di
spiaggiamenti (al 31.12.2012 4052 spiaggiamenti per un
totale di 4168 esemplari).
La Banca Dati Spiaggiamenti è gestita
dall'Università di Pavia per conto del Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare. La BDS è nata nell'ambito di una convenzione con
il MATTM (2005-2007) e si è ulteriormente sviluppata
nell'ambito della convenzione con il MATTM sulla
conservazione e monitoraggio dei cetacei in Italia.
La BDS opera in stretto coordinamento con la
Banca Tessuti dell'Università di Padova e il Museo di
Storia Naturale di Milano.
La segnalazione di animali
spiaggiati da parte dei cittadini deve essera
fatta alla Capitaneria
di Porto di zona oppure attraverso il numero
blu 1530. In questo modo viene
tempestivamente attivata la catena operativa
creata da Ministero dell'Ambiente e Ministero
della Salute per il recupero e lo studio degli
animali spiaggiati. Sono la Capitaneria di Porto
e gli Enti che intervengono successivamente
(principalmente IZS, ASL, ARPA) a fornire i dati
alla Banca Dati.
Questa rete ha mostrato la propria
efficacia nell'affrontare il problema delle stenelle
che nel primo quadrimestre 2013 si sono spiaggiate
sulle coste tirreniche con frequenza dieci volte
superiore alla media degli ultimi anni. Gli Istituti
Zooprofilattici stanno eseguendo i necessari esami
isto-patologici per comprendere le cause della moria.
Considerandone l'importanza a livello dell'intero
Mediterraneo, la banca dati è anche fruibile in lingua
inglese
La segnalazione degli spiaggiamenti viene
effettuata inviando la scheda di segnalazione,
scaricabile in formato pdf compilabile dal sito della
BDS, via fax o email. Le segnalazioni pervenute
vengono verificate con i partner del Museo di Storia
Naturale di Milano e con la Banca Tessuti
dell'Università di Padova.
Gianni Pavan
CIBRA - Università di Pavia
gianni.pavan@unipv.it
Michela Podestà
Museo di Storia Naturale di Milano
michela_podesta@hotmail.com
Elisabetta Bernuzzi
CIBRA - Università di Pavia
elisabetta.bernuzzi@unipv.it
La Banca Dati è attiva su molti fronti e
costituisce un elemento importante per
l’implementazione della Marine Strategy (EU 2008/56).
In tal senso ISPRA, in un ambito di collaborazione
istituzionale, utilizza le informazioni fornite e
elaborate dalla Banca Dati per la redazione del
rapporto sullo stato delle popolazioni di cetacei dei
mari italiani. Su richiesta ACCOBAMS, le informazioni
contenute nella Banca Dati sono confluite nella Banca
Dati MEDACES. La
Banca Dati viene regolarmente consultata da molti enti
e ricercatori sia nazionali che internazionali e ne è
riconosciuta l’importanza dalla Marina Militare
Italiana, dal Centro
NURC della NATO (ora CMRE), e dalla European
Defence Agency che ha promosso un progetto (PoMM
– Protection of Marine Mammals) per la creazione
di un sistema europeo di database per la protezione
dei mammiferi marini. La tempestività di aggiornamento
e la georeferenziazione dei dati costituiscono un
elemento essenziale per tutti gli utilizzatori.
MMMTB
- Banca per i tessuti dei mammiferi marini del
Mediterraneo
Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione,
Università di Padova, resp. Prof. Bruno Cozzi
CERT - Gruppo di intervento per le Emergenze sui cetacei
spiaggiati,
Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione,
Università di Padova, resp. Dr Sandro Mazzariol
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Giuseppe Falcone, Caterina Montuori, Francesco
Frugoni, , Giorgio Riccobene, Mario Sedita, Giovanni
Barbagallo, Giorgio Cacopardo, Claudio Calì, Rosanna
Cocimano, Rosa Coniglione, Michele Costa, Antonio D’Amico,
Francesco Del Tevere, Carla Distefano, Francesco Ferrera,
Valentina Giordano, Massimo Imbesi, Dario Lattuada, Emilio
Migneco, Mario Musumeci, Angelo Orlando, Riccardo Papaleo,
Paolo Piattelli, Guido Raia, Alberto Rovelli, Piera
Sapienza, Fabrizio Speziale, Agata Trovato, Salvatore
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