| I Cetacei nei Francobolli | di F. Barbieri | Indietro | Indice | Avanti | 
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        L’interesse e l’importanza che i Cetacei 
          hanno rappresentato in passato e le suggestioni che questi giganti marini 
          evocano ancor oggi, sono state ben recepite anche dalla filatelia. Dalle 
          prime balene chiaramente determinabili, raffigurate ad esempio nel bollo 
          6p Falkland 1933, oltre 100 valori sono stati emessi da paesi lambiti 
          dagli oceani, ma anche da alcune nazioni prive di ambienti utilizzabili 
          dai cetacei (es. Bulgaria, Mongolia). Ancora una volta l’Italia è assente 
          da questo contesto filatelico-zoologico: per S. Marino possiamo ricordare 
          l’accattivante raffigurazione delle evoluzioni di un delfino (£ 3 1966). Herman Melville, nel romanzo “Moby Dick” narra la storia del capitano 
          Achab impegnato nella ricerca della mitica balena bianca: “Il grido 
          improvviso dell’equipaggio doveva avere allarmato la balena e, prima 
          che le lance toccassero il pelo dell’acqua, con una svolta maestosa 
          essa nuotò via a sottovento, ma con tale tranquilla sicurezza e increspando 
          l’acqua così poco nel nuotare, che il capitano pensò che dopotutto la 
          balena poteva non essersi accorta di niente, e ordinò di non usare i 
          remi e di parlare sottovoce. Così, seduti sui bordi della lancia come 
          indiani dell’Ontario, avanzammo a forza di pagaie, visto che la bonaccia 
          non ci permetteva di usare le vele silenziose. Ad un tratto, mentre 
          scivolavamo all’inseguimento, il mostro sventagliò verticalmente la 
          coda nell’aria, e andò giù come una torre inghiottita” ($ 1.30 Nuova 
          Zelanda 1997). In realtà si trattava di un capodoglio, unica specie 
          tra i cetacei di maggior mole provvista di denti e non di fanoni (250 
          f Niger 1985). Riserve viventi di olio combustibile, fonti di carne 
          e grasso, le balene sono state cacciate con accanimento nei secoli scorsi. 
          Per tale motivo le loro abitudini e le loro migrazioni sono state oggetto 
          di studio da parte di molte popolazioni: solo disponendo di questi dati 
          era possibile condurre una caccia proficua ( 20 + 5 c Fernando Poo 1961; 
          2 k Groenlandia 1982). Sino agli scorsi decenni Eubalena glacialis (balena franca o balena 
          dei Baschi) era considerata un’unica specie. In genere questi cetacei 
          non attraversano nelle loro migrazioni la linea dell’equatore per cui 
          all’interno della stessa specie si distinguevano due popolazioni diverse, 
          una dell’emisfero settentrionale e l’altra di quello meridionale. Poiché 
          le stagioni hanno un corso inverso nelle due metà del globo, entrambe 
          le popolazioni in inverno si muovono verso sud, cosicchè mentre quelle 
          boreali si trovano nei pressi dell’equatore, quelle australi raggiungevano 
          le acque che circondano l’Antartide, precludendo qualsiasi possibilità 
          di scambiogenico. In base ad approfondite ricerche le due popolazioni 
          sono state recentemente considerate specie diverse: Eubalena glacialis 
          (emisfero nord) (600 c Føroyar 1990) e Eubalena australis (emisfero 
          sud) (Australia 1992). Uno degli aspetti più salienti della fisiologia dei cetacei è la capacità 
          di compiere immersioni di durata e profondità molto variabile, da specie 
          a specie. Il capodoglio che si nutre generalmente di molluschi cefalopodi 
          (calamari) può restare sott’acqua fino a due ore e raggiungere i 2000 
          metri sotto la superficie. L’apparato respiratorio presenta particolari 
          conformazioni rendendolo perfettamente adattato alle prolungate immersioni.  
          Quando i cetacei emergono, espirano l’aria dagli sfiatatoi dando luogo 
          a caratteristici getti di vapore detti soffi, che possono arrivare anche 
          a diversi metri di altezza. La raffigurazione di questo comportamento 
          è illustrata in modo verosimile nel capodoglio (24c Norfolk 1982) mentre 
          risulta di fantasia, seppur simpatica, nell’esemplare (10 + 5 c Fernando 
          Poo 1961).  Per tutti i cetacei la comunicazione sonora riveste una grande importanza: alcune specie, quali le balenottere, sono in grado di tenersi incontatto anche a distanza di diversi chilometri; il legame tra madre e piccolo si mantiene in genere per diversi anni (30 m Mongolia 1980). Alcune specie di delfini vivono nelle acque interne in lunghi tratti dei grossi fiumi sudamericani (Orinoco, Rio delle Amazzoni) o asiatici quali Gange, Indo (Pakistan 40p 1982) e Yangtze (Cina 60 c 1990). Molte specie di cetacei sono a rischio di estinzione o sono state fortemente 
          ridotte di numero a causa della caccia commerciale, protrattasi per 
          lungo tempo in modo incontrollato. Le campagne di sensibilizzazione 
          condotte dalle associazioni ambientaliste  
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