1. Nota introduttiva
2. Debussy musicien français
3. La guerra
4. Testimoni manoscritti e a stampa
5. Varianti fra i testimoni
6. Apparato critico
7. Conclusioni
1. Nota introduttiva
La travagliata genesi dell’ultima composizione di Debussy è
attestata da modifiche, ripensamenti e correzioni presenti nei quaderni e
nei numerosi feuillets d’esquisses; la ferma volontà di portare
a termine il lavoro e darlo alle stampe fece intraprendere all’autore, prima
della morte, un autentico tour de force.
Restano ancora insoluti alcuni problemi:
- non sappiamo a tutt’oggi chi sia intervenuto nella stesura della parte
di violino, assente nel manoscritto e così differente, soprattutto nel fraseggio
e nell’articolazione, dalla lezione della partitura, e se la parte sia stata
redatta sotto la supervisione dell’autore;
- tra i vari testimoni si riscontrano numerose varianti, soprattutto nelle
indicazioni dinamiche e nel fraseggio;
- alcune correzioni dell’autore sulle prove di stampa sono sfuggite al
copista.
L’edizione critica degli opera omnia è ancora
in corso. L’Urtext Henle è l’unica che abbia tentato finora un approccio
filologico: l’Herausgeber E.G. Heinemann, nelle note preliminari
Zur Edition, informa che, avendo Debussy effettuato numerose correzioni
sulle prove di stampa, la prima edizione rappresenta la versione definitiva,
testimone principale dell’edizione Henle.[1]
Come era usanza per la musica da camera, l’autografo di Debussy conserva solo
la partitura; non è chiaro come venne fuori la parte di violino della prima
edizione, che si discosta dalla linea del violino della partitura in molti
dettagli: fraseggio, articolazione (accentuazione ritmica). Certamente la
parte era destinata a Gaston Poulet,[2]
che effettuò la prima esecuzione in pubblico.
Nell’edizione Henle, Kurt Guntner ha tentato di ricostruire
la parte di violino sulla base della prima edizione (partitura).
Il presente lavoro si propone di emendare, per quanto possibile,
gli errori dovuti a distrazione del copista o derivanti da lezioni erronee
presenti nelle edizioni, mediante collatio dei testimoni a noi giunti,
e di avvicinarsi quanto più possibile alla restitutio textus in prospettiva
di un’esecuzione attraverso cui vagliare cosa effettivamente sia possibile
eseguire, con l’obiettivo primario di riprodurre la qualità timbrica voluta
dall’autore.
2. Debussy musicien français
Il progetto di una Sonata per violino e pianoforte risale all’estate
1894. Allora la forma ciclica di Franck era il modello per tutti i compositori,
ma verso la fine del 1915 Debussy tende a riallacciarsi alla tradizione antica:
ritorna alla Sonata preclassica, secondo l’uso del sec. XVIII, con una serie
di Sonate collegate da un titolo, Six Sonates pour divers instruments,
e denomina la terza della serie Sonate pour violon, cor anglais et piano.
In seguito, quando decide di affidare l’esecuzione al violinista americano
di origine ungherese Arthur Hartmann, di cui ammirava il modo di suonare alla
maniera tzigana, opta definitivamente per l’organico violino e pianoforte.[3]
Su uno dei feuillets, Debussy aveva appuntato:
Six Sonates pour divers instruments composées par Claude
Debussy Musicien Français.
I Violoncelle et piano
II Flûte, Alto et Harpe
III Violon, Cor anglais et piano
IV Hautbois, Cor et Clavecin
V Trompette, Clarinette, Basson et piano
VI La sixième Sonate sera en forme de Concert, où se trouvera
rassemblée la sonorité des "divers instruments" avec en plus, le gracieux
concours d’une contre-basse.
Debussy dichiara palesemente di ispirarsi ai maestri francesi
del periodo barocco e alla loro musica da camera dalle sonorità strumentali
mescolate.
Il lavoro si protrae per tutto il 1916. Il 17 ottobre Debussy
scrive al suo editore che ha finalmente trovato l’idée cellulaire
per il Finale;[4]
nel febbraio 1917 consegna a Durand un «premier morceau»,[5]
ma scrive a Paul Dukas che per la stesura del Finale esita tra una dozzina
di soluzioni. I numerosi schizzi mostrano tentativi e progetti più elaborati.
Pressato dall’editore, promette di ultimare il lavoro per il 26 Marzo in occasione
di una prima audizione in privato,[6]
invece riprende di nuovo a lavorare al Finale;[7]
finalmente torna alla prima versione e in aprile conclude la stesura. Il 14
aprile scrive a Durand:
«Vu ce matin Gaston Poulet … Je lui ai montré le brouillon
du final, il tremble!»; e il giorno seguente: «N’oubliez pas la sonate
…Poulet me donne la chair de poule!».
Prima di essere data alle stampe, la Sonate viene eseguita
in pubblico a Parigi presso la Salle Gaveau il 5 maggio con Gaston Poulet
al violino e l’autore al pianoforte, durante un concerto di beneficenza per
le vittime della guerra. Il 14 giugno Debussy accusa ricevuta dell’esemplare
d’autore da parte di Durand, che era stato sottoposto a un vero e proprio
«tour de force editorial».[8]
Il progetto di musicare un brano tratto da Il Mercante di Venezia aveva
fatto riprendere i contatti tra il musicista e Toulet, un vecchio amico, e
per stare vicino a lui Debussy va a passare l’estate a Saint Juan de Luz dove
in settembre lo raggiunge Gaston Poulet: insieme eseguono ancora la Sonata.
In ottobre torna a Parigi, ove muore il 25 marzo 1918.
3. La guerra
Composta tra l’inizio dell’estate 1915 e l’inverno 1917 in pieno
clima di guerra, la Sonate doveva anche rappresentare una reazione
contro ogni tentativo di rifarsi alla tradizione tedesca mediante il ritorno
alla chiarezza classica, alla semplicità e nitidezza di linee della musica
francese, in riferimento alla letteratura clavicembalistica dei secoli XVII
e XVIII, di Couperin e Rameau. In un’intervista pubblicata su «La Revue bleue»
del 2 aprile 1904, Debussy aveva affermato: «La musique française ...
c’est la clarté, l’élégance, la déclamation simple et naturelle; la musique
française veut avant tout, faire plaisir. Couperin, Rameau, voilà de vrais
Français!»,[9]
e nelle ultime tre Sonates sono presenti caratteri neoclassici nettamente
in contrasto con l’impressionismo delle precedenti opere. Il tema della
Sonate si basa su un’hemiola, presente anche in numerosi passi
(cfr. Finale pf 80-84; 106-107; 120-123; 128-132; 150-151;
155).
Il rifiuto del wagnerismo, l’avversione per la musica tedesca
compaiono fin dal frontespizio: Claude Debussy Musicien Français. In
una lettera a Stravinskij, Debussy afferma che le Six Sonates
sono progettate secondo l’antica forma, che suona familiare al nostro orecchio,
senza avere nessuna pretesa di essere una tetralogia. Sempre a Stravinskij
scrive che le due prime Sonates non impongono alla capacità uditiva
alcuna esigenza d’ordine «tetralogico», sono assenti opposizione bitematica
e polarizzazione Tonica-Dominante, sono volutamente ignorati i criteri della
forma-sonata.
Debussy però sembra adottare formule monotematiche, cicliche,
che aveva precedentemente bandito; nella Sonate pour violon et piano
prevale la plasticità del disegno melodico e la forma non è strutturata su
schemi classici o romantici, ma scaturisce da cellule melodiche fondamentali
continuamente ripresentate e modificate secondo un principio di «variazione
totale» in una nozione di tempo quasi piegato su se stesso, circolare. L’architettura
delle sue ultime composizioni sembra il risultato di un intreccio più che
di una costruzione; negli ultimi lavori di musica da camera simbolo ricorrente
è la figura del fool della commedia dell’arte, la Sonata per violoncello
doveva essere nelle intenzioni dell’autore «Pierrot fâché avec la lune»,
e la Sonata per violino evidenzia palesi analogie metrico-ritmiche con alcuni
passi de La boîte à joujoux.
Lo scoppio del conflitto mondiale e la logorante vicenda bellica
che ne seguì generarono in Debussy una profonda inquietudine e un senso di
frustrazione. I disagi dei soldati al fronte, il pericolo incombente sulla
Francia avevano destato, al di là di ogni retorica nazionalistica, un fervore
di patriottismo sincero e un’avversione per tutto ciò che si riferiva alla
Germania. Amici di Debussy erano partiti volontari, Satie nella sua uniforme
di caporale era pronto per la difesa di Parigi. Per l’età Debussy non poteva
essere un combattente: avrebbe voluto dare un valido aiuto, ma capiva di non
esserne in grado, leggeva con ansia i giornali e l’ossessione della guerra
lo costringeva all’inattività. Si sentiva un piccolo atomo in balia di un
terribile cataclisma,[10]
non trovava più la tranquillità necessaria per lavorare. Non aveva né idee
né entusiasmo per iniziare una nuova opera, come testimoniano le numerose
lettere che in questo periodo scriveva all’editore Durand, il quale, anche
per sollevare il musicista dalla precaria situazione finanziaria, gli offrì
di collaborare all’edizione francese di opere classiche che doveva sostituire
le edizioni tedesche.
Debussy sentì come suo dovere contribuire in qualche modo alla
guerra: dal momento che scrivere musica era la sola cosa che sapeva fare,[11]
curare la revisione di opere famose era un mezzo per favorire la divulgazione
della cultura francese, difendere l’editoria musicale nazionale soffocata
da quella tedesca. Debussy scelse di occuparsi di Chopin e con pazienza si
accinse ad un lavoro di filologia musicale per lui nuovo, che lo impegnava
seriamente nella ricerca, nella consultazione di manoscritti,[12]
nella precisione delle indicazioni.
Il lavoro gli permise di distrarsi. Riprese l’attività compositiva
che si andò intensificando nell’estate del 1915, durante il soggiorno al mare
a Pourville, dove ritrovò la capacità di pensare musicalmente.[13]
Debussy prende sempre più coscienza che è suo compito esaltare
la tipicità della musica francese (rispetto a quella tedesca): «Depuis
quelques années nous obéissons à des influences où le Nord se concerte avec
Bysance pour étouffer notre génie latin, fait de grâce et de clarté» scriveva
nel 1913,[14]
e negli anni di guerra esprime ancora più chiaramente la sua opinione dicendosi
preoccupato per il futuro della gioventù francese, rovinata dai mercanti di
Kultur che hanno fatto perdere per sempre ciò che avrebbe dovuto dare
gloria alla Francia.
Nei Caprices sono evidenti riferimenti e allusioni alla
Francia e alla cultura francese, nella Sonate per pianoforte e violoncello,
la prima delle sei, dedicata a M.me Debussy, scrive sul frontespizio Musicien
Français; alla prima segue subito la seconda, per flauto, viola ed arpa.
Sono di questo periodo gli Études dedicati a Chopin. Tornato a Parigi
Debussy pensa di completare il progetto delle Six Sonates (la terza
per pianoforte e violino, la quarta per oboe, corno e clavicembalo), ma interviene
un altro grave evento a interrompere la ripresa dell’attività: la malattia.
Deve sottoporsi a un’operazione cui segue una lunga convalescenza. Le condizioni
di salute e le preoccupanti notizie della guerra gettano ormai il musicista
in uno stato di tristezza e abbattimento; i medici consigliano un cambiamento
d’aria, ma il soggiorno ad Arcachon non migliora la situazione. Tutto lo rende
nervoso ed irritabile, eppure proprio lì gli viene l’ispirazione per il Finale
della Sonata per violino: si tratta della prima stesura detta «napolitaine»,
in seguito rifiutata dall’autore.
A Parigi ritrova gli amici che vengono a fargli visita e cercano
di distrarlo, Laloy, Stravinskij, Godet, Durand, ma durante le battaglie di
Verdun e della Somme Debussy cade in una grave crisi di depressione. Laloy
diceva che la guerra era diventata per lui un’ossessione e che, se forse non
fu esattamente la causa della sua malattia, certamente ne accelerò il progresso.
All’inizio del 1917 tra i disagi in cui versa la città a causa
della guerra e la salute sempre più compromessa, riesce ancora a lavorare
alla Sonata per violino, e ad eseguirla in pubblico il 5 maggio alla Salle
Gaveau.
La Sonate fu sottostimata per l’assenza di lunghi periodi
melodici, le cesure e il carattere frequentemente epouillée del linguaggio
sonoro, che testimonia l’influsso sul compositore delle giovani generazioni
di musicisti come Stravinskij. Per l’autore l’intera Sonate era caratterizzata
da forte unità; nel settembre 1917, dopo l’esecuzione, il pubblico chiese
il bis dell’Interméde, ma Debussy fece notare che non era possibile
estrapolare un tempo solo, così gli esecutori dovettero ripeterla tutta.[15]
4. Testimoni manoscritti e a stampa
A manoscritto autografo per la stampa (Ms 992,1) datato
Hiver 1916-1918 / C. Debussy (non 1917, come talvolta erroneamente
indicato)
B prove di stampa corrette dall’autore (Ms 992,2)
datate mai 1917
C prima edizione per i tipi di A. Durand & Fils,
Paris, 1917 (Fol. Vm. 9, 1318)
D parte di violino annessa alla prima edizione
Descrizione dei testimoni
A
Manoscritto per la stampa (Ms 992,1)
Sul frontespizio:
Six Sonates pour divers instruments
La Troisième pour Violon et piano
«La quatrième sera pour
Hautbois, Cor et Clavecin»
|
B
Prove di stampa corrette dall’autore (Ms 992,2)
Sul foglio iniziale si legge l’annotazione manoscritta
dell’autore:
Sonate pour Violon et piano
épreuve corrigée
sigla
(mai 1917)
|
in alto a destra il timbro:
|
ÉPREUVE
CORRIGÉE
Ch. DOUIN
|
C
Prima edizione
Frontespizio: CLAUDE DEBUSSY / SONATE / POUR VIOLON ET PIANO
/ A. DURAND & FILS, Editeurs / Durand & c. ie / 1917 / Prix net: 7 francs.
Secondo foglio:
SIX SONATES / POUR DIVERS INSTRUMENTS / Composées par / CLAUDE
DEBUSSY / Musicien Français / La Troisieme pour Violon et Piano / A Paris
/
|
Les Editeurs DURAND ET C ie /
|
chez Maison
|
sise au N ° 4. Place de la Madeleine /
|
|
Proche des grands boulevards. /
|
Terzo foglio:
Les Six Sonates pour divers instruments / |
Sont offertes en hommage à / |
Emma-Claude Debussy (p. m.) / |
Son mari |
Claude Debussy |
D
Parte di violino annessa alla prima edizione
5. Varianti fra i testimoni
Dal confronto manoscritto-prove di stampa (privi entrambi della
parte di violino) emergono elementi degni di nota:
-
differenze nelle indicazioni dinamiche;
-
legature di frase a stampa che fanno pensare a un altro testimone intermedio
(manoscritto o precedente la prova di stampa); nelle prove in nostro possesso
Debussy annota spesso «voir corrections»;
-
modifiche nelle prove a stampa assenti nel manoscritto;
-
sui fogli delle prove Debussy aggiunge di suo pugno indicazioni estremamente
precise sulla dinamica;
-
nella stampa si verificano alcuni errori di distrazione tra la fine di
una pagina e l’inizio della seguente.
Le numerose lunghe legature aggiunte nel rigo del violino mostrano
che Debussy non vuole accenti in battere con il cambio di arcata (frequenti
in D).
In Henle, parte di violino, Kurt Guntner evita il cambio di
arcata in battere, comunque le legature di Debussy riguardano soprattutto
la frase e il suono piuttosto che le arcate (cfr. Finale, vl,
b. 91).
La parte di violino annessa alla prima edizione non presenta
indicazioni specifiche di colpi d’arco, ma solo legature. Debussy non ha dato
indicazioni precise sulle arcate, si limita a scrivere sour la touche,
pizz, arco. Resta da verificare se chi ha curato la parte di
violino della prima edizione abbia rispettato la volontà d’autore.
Non sappiamo come sia stata redatta la parte di violino e chi
l’abbia corretta: quasi certamente era una parte per Gaston Poulet, forse
precedente alle prove di stampa. In essa sono spezzate le lunghe legature
della partitura.
Nell’edizione Henle, Kurt Guntner rispetta le legature d’autore,
ma consiglia arcate più corte e molto personali in antitesi con le legature
originali su cui sono poste.
Più avanti viene riprodotta la lezione della prima edizione.
L’anonimo revisore della parte di violino annessa alla prima edizione preferisce
arcate corte e comode; ogni legatura è da intendersi arcata.
Ovviamente non tutte le legature originali possono essere tecnicamente
realizzabili, ma spezzarle a priori vuol dire ignorare una ben precisa indicazione
timbrica: il cambio d’arco, ove non espressamente indicato dall’autore, produce
inevitabilmente degli accenti sia pur minimi ed impedisce una resa sonora
fluida e scorrevole specie nei passi veloci. È comunque impensabile che in
un’edizione Urtext vengano consigliate delle arcate così dissimili
dall’originale. In entrambi i casi la volontà d’autore non è rispettata.
Alcune considerazioni sul bilanciamento sonoro tra i due strumenti.
Debussy cerca di eliminare il più possibile il divario esistente fra i transitori
di attacco del violino e del pianoforte; quando il violino ha le note ribattute
con punti di staccato, al pianoforte è aggiunta la legatura di portamento
(cfr. Intermède, bb. 91-92). Sul manoscritto della Sonate pour violoncelle
et piano aveva messo in guardia l’esecutore: «Que le pianiste n’oublie
jamais qu’il ne faut pas lutter contre le violoncelle, mais l’accompagner».[16]
6. Apparato critico
La collatio si basa sulla prima edizione con lo scopo
di reintegrare la volontà d’autore, poiché anche nel passaggio tra la bozza
e la stampa sono intervenuti degli errori dovuti a interpretazioni erronee.
Debussy inserisce nel manoscritto le caselle numerate, che verranno
conservate nelle prove di stampa e nelle successive edizioni Durand, assenti
invece nella Urtext Henle.
Legenda |
|
aut |
aggiunta autografa |
b. |
battuta |
I ed. |
prima edizione Durand |
I ed. parte di vl |
parte di violino annessa alla prima edizione Durand |
m.d. |
mano destra |
m.s. |
mano sinistra |
Ms |
manoscritto autografo |
pf |
pianoforte |
prove |
prove di stampa corrette dall’autore |
vl |
violino |
I |
Allegro vivo |
|
|
|
b. 1 vl |
C, B |
55 =
(a stampa) |
|
D, A |
assente indicazione di metronomo |
|
|
|
5-8 vl
|
C, B, D |
la legatura termina su mi
a b. 8 |
|
A |
la legatura termina su sol a b. 7 |
|
|
|
22-23 vl
|
C, B, D |
legatura sulle prime due crome di ogni battuta |
|
A |
assente |
|
|
|
26-27 vl
|
C, A, B |
legatura unica |
|
D |
nuova legatura ogni battuta |
|
|
|
34 e 36 vl
|
C, B, A |
legatura intera battuta |
|
D |
legatura ogni tre note |
|
|
|
38-39 vl
|
C, B, A |
|
|
D |
legatura solo a batt. 39 |
|
|
|
41 vl |
C, B, A |
accordo do, re, la, re |
|
D |
assente do |
|
|
lezione tramandatasi in successive edizioni Durand e Urtext
Henle (partitura e parte)[17]
|
|
|
|
42 pf |
C, B |
sfz |
|
A |
assente |
|
|
|
55 vl
|
C, B, A |
legatura unica |
|
D |
la legatura unica viene spezzata in due arcate di tre note ciascuna. |
|
|
|
64 vl
|
C, B |
l’istesso tempo (trés expressif) |
|
A |
l’istesso tempo |
|
|
|
65-66 vl
|
C, B, A |
legatura da re (65) a sol (66) |
|
D |
assente |
|
|
|
72-76 pf
|
C |
legatura di frase; legature di valore tra 73-74 e 75-76 |
|
B (aut.) |
assente legatura di frase; cancella legature di valore tra 74 e
75 |
|
A |
legatura di frase; legature di valore tra 73-74; 74-75; 75-76 |
|
|
|
72-75 vl
|
C, B, A |
unica legatura |
|
D |
legature: da 72 a 73; da 74 a75 fino a la; da re (76); spezza in
tre arcate |
|
|
|
75 pf m.d.
|
C,B |
minima, semiminima |
|
A |
semiminima, minima |
|
|
|
83-84 vl
|
C, B |
legatura non continua sulla nota successiva (distrazione del copista
per cambio pagina) |
|
D |
assente del tutto |
|
A |
legatura fino a 84 |
|
|
|
92-93 e 94-95 vl
|
C, B, A |
unica legatura |
|
D |
due legature, quasi impossibile eseguire quella unica |
|
|
|
94 e 116
|
A |
forcella crescendo |
|
B |
cancella e sostituisce forcella diminuendo |
|
|
|
94 e 95 vl
|
C, B (aut.) |
su re ,
fa e sol :
punti di staccato |
|
D |
trattini |
|
A |
assenti |
|
|
|
110-113 vl
|
C, B, A |
legatura unica |
|
D |
nuova legatura sulla quarta croma! Vedi poi Henle |
|
|
|
114-115 vl
|
C, A |
legatura unica, assenti punti di staccato |
|
B |
legatura unica e punti di staccato su re
e fa (115) |
|
D |
due legature e trattini come 93-95; arbitrio: qui è possibile un’arcata
(legato) |
|
|
|
116-117 vl
|
C, B, A |
legatura unica, assenti punti di staccato |
|
D |
legatura come 114; assenti trattini su re
e fa |
|
|
|
120-127 vl
|
C, B, A |
legatura unica |
|
D |
tre legature: da 121 a 123; da 124 a 125; da 126 a 127 |
|
|
|
133-135 vl
|
C, B, A |
trattini sui sol
; unica
legatura |
|
D |
assente legatura |
|
|
|
135 pf m.s.
|
C |
su si
: assente
punto di staccato |
|
A |
trattino |
|
B |
cancella trattino a stampa, ma non aggiunge punto di staccato
nota: Henle punto di staccato |
|
|
|
139-140 vl
|
C, B |
legatura di valore non prolungata su fa
(140) errore del copista: cambio pagina
l’errore permane nelle edizioni d’uso |
|
D, A |
legatura di valore prolungata su fa |
|
|
|
139-143 vl
|
C, B, A |
unica legatura di frase |
|
D |
assente legatura di frase; legatura-arcata da 141 a 142 |
|
|
|
150-153 vl
|
C, B (aut.) |
legatura inferiore ogni due battute; qui la legatura inferiore indica
l’arcata |
|
D |
legatura inferiore ogni battuta |
|
|
|
151 e 153 vl |
B (aut.) |
aggiunge si
; lezione
definitiva (collaborazione con un violinista?) |
|
|
|
154 vl
|
C, B, A |
assente indicazione dinamica |
|
D |
mf lezione erronea protrattasi in edizioni d’uso (le successive
Durand e Henle) |
|
|
|
158-161 vl
|
C, B, A |
legatura solo in 158 e 161 |
|
D |
legatura come in 9-10 e 12-13: erronea applicazione del criterio
dell’analogia.
La volontà d’autore è ben precisa: in C, B, A, diversamente da 9-10,
la forcella diminuendo è spostata più avanti (160-161); è necessario
spezzare l’arcata per ottenere maggior volume sonoro. L’autore pone
anche il trattino sul la (159). |
|
|
|
172 vl |
C, B, A, D |
versioni simili, senza legatura |
|
|
|
171 vl, pf |
C, B (aut.) |
p |
|
D |
assente p |
|
|
|
178 vl, pf
|
C, B (aut;) |
f |
|
D |
mf |
|
|
|
178 vl
|
C, B, A |
prime due crome sciolte, le altre due legate |
|
D |
prime due crome legate, le altre due sciolte |
|
|
|
182-183 vl
|
C, B |
presente solo legatura di valore, assenti legature d’espressione
ogni battuta |
|
D, A |
legature d’espressione ogni battuta |
|
|
|
184-185 vl
|
C, B, A |
unica legatura |
|
D |
legatura ogni battuta |
|
|
|
192-195 vl
|
C |
lezione corretta, modificata in B (aut.), passo difficile; |
|
D |
assente punto di staccato su ultima croma di ogni battuta |
|
|
|
193 e 195 vl
|
B (aut.) |
corregge mi
in re;
lezione definitiva |
|
C |
lezione definitiva |
|
|
|
209-210 vl
|
C, B, A |
legatura unica su note ribattute |
|
B (aut.) |
elimina una battuta simile |
|
D |
assente legatura |
|
|
|
218-219 vl
|
C, B, A |
legatura unica |
|
D |
legatura ogni battuta |
|
|
|
226-229
e successive pf m.d.
|
C, B |
ogni legatura fino alla minima successiva |
|
A |
due legature di frase, la prima della durata di sei semiminime, la
seconda di cinque.
|
|
|
|
228 e 232 vl
|
C, B, A |
legatura da sol |
|
D |
legatura da la
 |
|
|
|
237 vl
|
C, B |
unica legatura-arcata |
|
D |
nuova arcata «in giù» su fa per incrementare il crescendo
assente legatura |
|
|
|
240-241 vl |
C, B, D |
glissando ascendente e discendente sol, si
, sol |
|
|
|
240 vl |
A |
si
in luogo di la
(correzione
di un violinista?) |
|
|
|
244-245 vl
|
C, B |
legatura ogni battuta |
|
D, A |
unica legatura |
|
|
|
252 vl
|
C, B, D |
su ultime due crome: legatura |
|
A |
assente |
|
|
|
253 pf
|
C, B |
assente forcella crescendo |
|
A |
forcella crescendo |
|
|
|
vl, pf m.d. |
C, B, D |
punto di staccato |
m.d. m.s. |
A |
trattino |
|
|
|
|
|
|
II Intermède
|
Fantasque et léger
|
|
|
|
1 vl
|
C, B, A |
indicazione di metronomo 75 =
 |
|
D |
57 =
(errore corretto nelle successive emissioni Durand) |
|
|
|
2 vl |
C, B, D, A |
unica legatura sull’arpeggio discendente (D conserva legatura di
A) |
|
|
|
3-4 vl
|
C, B (aut.) |
retenu con trattini fino a battuta 4 |
|
D |
dim. e rall. Molto |
|
|
|
5-6 vl
|
C, B, A |
legatura ogni due quartine |
|
D |
legatura ogni quartina |
|
|
|
7 vl
|
C |
Lent; più p; forcella diminuendo |
|
B (aut.) |
più p; forcella diminuendo; assente Lent |
|
D |
Lent; più p; assente forcella diminuendo |
|
A |
assenti tutte le indicazioni |
|
|
|
9 vl
|
C, B, D |
Au Mouv.t |
|
A |
au Mouv.t
a tempo
|
|
|
|
19 e 21 pf m.d.
|
B (aut.) |
elimina si
presente
in A; lezione definitiva |
|
C |
lezione definitiva |
|
|
|
23 e 24 pf m.s.
|
A |
ottave in concomitanza con accordi della m.d. |
|
B (aut.) |
modifica alternando le mani come in 95-96; lezione definitiva |
|
C |
lezione definitiva |
|
|
|
26 pf m.s.
|
A |
fa nat. croma/pausa di ottavo/re sol crome |
|
B (aut.) |
modifica in re croma/pausa di ottavo/sol croma/pausa di ottavo;
lezione definitiva
|
|
C |
lezione definitiva |
|
|
|
32 pf m.s.
|
A |
quartina di semicrome: do in luogo di si |
|
B (aut.) |
corregge in si; lezione definitiva |
|
C |
lezione definitiva |
|
|
|
34 vl
|
C |
seconda semicroma: trattino |
|
B, D |
punto di staccato |
|
A |
sotto punto di staccato, sopra trattino
prima semicroma: assente punto di staccato |
|
B, C, D |
forcella crescendo troppo corta, confondibile con accento |
|
C |
p |
|
B, D, A |
assente p |
|
|
|
34 pf |
C, B (aut.) |
p |
|
|
|
38 vl
|
C, B, D |
seconda semicroma: punto di staccato |
|
A |
sopra trattino, sotto assente punto di staccato
prima semicroma: sopra punto di staccato |
|
C, D, B |
p |
|
|
|
40 vl, pf
|
C |
pp |
|
B (aut.) |
aggiunge ulteriore p alla p stampata |
|
D |
p |
|
A |
p (pf) |
|
Henle |
partitura: pp; parte: p |
|
|
|
42 vl
|
C, B, A |
semicrome: assente legatura |
|
D |
legatura |
|
|
|
46 pf m.d.
|
C |
ultimo ottavo: do nat.-Re; assente arpeggiato |
|
A |
si b-do nat.-Re: arpeggiato |
|
B (aut.) |
elimina il si
ma non
l’arpeggiato: errore del copista (criterio dell’analogia con 48)
in Henle assente arpeggiato: considera C
|
|
|
|
48 pf m.d. |
C, B, A |
assente arpeggiato; lezione corretta |
|
|
|
50-51 pf m.d. |
|
vedi 23-24 |
|
|
|
56 pf m.s.
|
C, B |
ultima semicroma: mi nat. (l’autore non corregge la stampa) |
|
A |
mi
(cfr. 115)
Il copista legge
, l’autore
non se ne avvede. Qui, in caso di dubbio, il criterio dell’analogia
è plausibile. Le successive emissioni Durand sono corrette. |
|
|
|
60-62 vl
|
C, B, A |
legatura di frase |
|
D |
assente; su mi
segno
di arcata «in giù» |
|
|
|
64-66 vl |
idem come sopra |
|
|
|
|
67 e 71 vl |
D |
rari esempi di legature coincidenti con C |
|
|
|
84 e 86 pf |
C, B |
legatura di portamento e forcella crescendo (86) |
|
A |
assenti |
|
|
|
92 pf |
C, B, A |
legatura di portamento (perché insieme al violino) |
|
|
|
101 vl
|
C, D |
p |
|
B |
corregge mf in p |
|
A |
mf
in questo caso l'ultima volontà d'autore testimonia come Debussy sia
stato estremamente attento al bilanciamento sonoro tra i due strumenti |
|
|
|
112-113 vl
|
C, B, A |
unica legatura |
|
D |
legatura ogni due quartine |
|
|
|
120-122 |
|
|
|
|
|
124-126 vl
|
C, B, A |
due arcate: da mi (120) e da re (122) |
|
D |
come 60 |
|
|
|
124-126 pf
|
C, B, A |
legature di valore all’intero accordo (124-125);
in 126 solo la nota superiore.
Nelle successive edizioni Durand è legata solo la nota superiore con
uso arbitrario del criterio dell’analogia (cfr. 120-122): lectio
facilior, banalizzante, presente addirittura nell’Urtext
Henle[18] |
|
|
|
128-129 vl
|
C, D |
nuova lezione definitiva |
|
B |
cancella vecchia versione di A, scrive voir corrections e
numera da 1 a 3 le battute 128-130
si suppone la presenza di un altro testimone intermedio |
|
A |
difficile passo tecnico dal disegno pianistico basato sul cambiamento
ascendente di posizione melodica della triade eccedente di mi
in arpeggi
discendenti.
|
|
|
|
A questo punto in A è presente l’inizio della precedente
versione del Finale, l’Allegro Giocoso, cancellato dall’autore
stesso. Un segno di rimando porta al foglio seguente contenente la fine
dell’Intermède e l’inizio della versione definitiva del Finale. |
|
|
|
130 vl
|
C, D |
sol suono naturale con segno di ottava alta |
|
B |
cancella la vecchia versione di A |
|
A |
sol suono armonico |
|
|
|
133 e 134 pf m. s. |
B (aut.) |
sol: elimina legatura di valore presente in A; lezione definitiva |
|
|
|
|
|
|
III Finale
|
Très animé
|
|
|
|
Il manoscritto del Finale è il più sprovvisto di segni
d’espressione. Le correzioni più frequenti nella dinamica sono orientate
verso una sonorità più soffusa; pochissime le legature presenti, aggiunte
poi nelle prove di stampa.
|
|
|
|
1 vl |
C, D, A, B |
indicazione di metronomo 55 =
 |
|
|
|
9-10 vl
|
C, B |
assente legatura di valore tra i si
(distrazione
del copista) |
|
D, A |
lezione corretta con legatura di valore |
|
|
|
9-12 |
|
|
13-14 pf m.d. |
C, B (aut.) |
legatura di frase |
|
|
|
15 vl
|
C, D |
pp lezione erronea (distrazione del copista) |
|
B |
corregge dapprima la stampa anteponendo un’altra p poi ci
ripensa e la cancella; annota p sul margine destro; il copista
legge pp; questa lezione erronea è tutt’ora presente anche in
Henle. |
|
A |
p |
|
|
|
18 pf |
C B (aut.) |
forcella crescendo |
|
|
|
19 vl, pf
|
C, D, B (aut.) |
pp lezione corretta |
|
|
|
pf m. s. |
C |
la :
assente trattino (distrazione del copista) |
|
B (aut.) |
la :
aggiunge trattino
assente in edizioni d’uso e in Henle
|
|
|
|
23-28 pf m.d.
|
C, B (aut.) |
legature ogni due battute, simmetriche a quelle di m.s.
in Henle legatura unica |
|
|
|
29 vl
|
C, B, D, A |
indicazione di metronomo 60 =
 |
|
|
|
|
C, B, A |
legatura fino a la (30) |
|
B |
su sol: ^ e punto di staccato come 67 |
|
D |
assente trattino su do da cui nuova legatura fino a la (30) |
|
|
|
30 vl |
D |
legatura da sol a mi |
|
|
|
30-34 vl |
C, B, A |
legatura unica da sol (30) a mi (34) |
|
|
|
31-34 vl |
D |
legatura ogni battuta |
|
|
|
35-37 vl
|
C, B, A |
legature: mi-si (35); la(35)-re(36); mi-si, la-la (37) |
|
D |
legature: mi-si (35), poi ogni tre semicrome |
|
|
|
39-40 vl
|
C, B (aut.) |
forcella crescendo (inizio 39) |
|
D |
crescendo (fine 39 e 40) |
|
A |
assente |
|
|
|
41-42 vl
|
D |
accento ogni sei semicrome |
|
C, B, A |
assente |
|
|
|
43 vl
|
C, B (aut.) |
dim. dal primo tempo della battuta |
|
D |
dim. dal secondo tempo della battuta |
|
A |
assente |
|
|
|
43-44 vl
|
C, B (aut.) |
legatura unica |
|
D |
nuova legatura ogni battuta |
|
A |
assente |
|
|
|
45-50 vl |
C, B (aut.), D |
legatura ogni battuta |
|
|
|
49-50 pf |
C, B (aut.) |
dim. . . . dal secondo tempo fino a 50 |
|
|
|
51-52 e
|
|
|
55-56 vl |
C, B, A |
legatura su note ribattute |
|
D |
assente |
|
|
|
53-54vl
|
C, B, A |
unica legatura |
|
D |
legatura solo prime due semicrome (53) |
|
|
|
57-58 vl
|
D |
come 53: legatura prime due semicrome |
|
C, B, A |
assente legatura |
|
|
|
63 e 65 vl
|
C, B, A |
legatura ultime due semicrome |
|
D |
legatura prime due semicrome |
|
|
|
64 vl
|
C, B, A |
legatura ultime due semicrome |
|
D |
legatura ogni due semicrome |
|
|
|
66 vl
|
C, B, A |
assente legatura |
|
D |
legatura prime due semicrome |
|
|
|
67 vl
|
C, B (aut.) |
legatura come 29 |
|
D |
legatura come 29 (D), ma la seconda legatura non è prolungata fino
a la (68) dopo il cambio di pagina (errore di distrazione o variante
in funzione del crescendo successivo?)
|
|
|
|
68 vl
|
D |
forcella crescendo |
|
C, B, A |
assente |
|
|
|
68-72 vl
|
C B (aut.) |
unica legatura |
|
D |
legature come 31 |
|
|
|
73-75 vl
|
C, B (aut.) |
unica legatura |
|
D |
nuova legatura ogni battuta |
|
|
|
76 vl
|
C, B, A |
assente legatura |
|
D |
legatura prime due semicrome |
|
|
|
77 e 79 vl
|
C, B (aut.) |
legatura dall’inizio della battuta fino alla croma; assenti punti
di staccato |
|
D
|
legatura dalla seconda alla quarta semicroma con punti di staccato |
|
A |
assente legatura |
|
|
|
81 vl, pf
|
C, B (aut.) |
molto dim. |
|
D |
dim. molto |
|
A |
assente |
|
|
|
82 vl, pf
|
C, B (aut.), A |
p |
|
D |
assente
nota: molte aggiunte autografe di B non compaiono in D; D è precedente
a C? Le aggiunte di B non sono state riportate in D?
|
|
|
|
80-84 pf
|
C, B (aut.) |
punti di staccato solo su accordi non legati
in Henle punti di staccato tra parentesi su accordi legati
|
|
|
|
82-84 pf |
C, B (aut.) A |
legatura solo m.s. |
|
|
|
86 vl |
B (aut.) |
elimina lezione di A: doppia acciaccatura sol-re; versione definitiva |
|
|
|
88 vl |
B (aut.) |
elimina lezione di A: doppia acciaccatura la-re; versione definitiva |
|
|
|
89 pf
|
C |
Rubato |
|
B |
assente, aggiunta autografa solo al rigo del vl |
|
|
|
91-94 vl
|
C, B, A |
legatura ogni battuta (impossibile unica arcata per accordi in 91-92)
legatura intendesi di frase |
|
|
|
91 vl
|
D |
legatura solo prime due semicrome; punto di staccato anche sotto
il secondo accordo
|
|
C, B, A |
assente punto di staccato sotto il secondo accordo |
|
|
|
92 vl |
D |
cambio di legatura-arcata su ogni accordo |
|
|
|
93 vl |
D |
legatura: da ultime due semicrome di 92 fino a quarta semicroma
di 93 |
|
|
|
94 vl |
D |
legatura: da ultime due semicrome di 93 a fine 94 |
95-96 vl
|
D |
legatura ogni tre semicrome |
|
C, B, A |
legatura unica
sarebbe più opportuno cambiare arcata all’inizio di 96 e conservare
la stessa arcata per analogia con 98
|
|
|
|
96 e 98 vl
|
C, B (aut.) |
forcella crescendo |
|
D |
f, assente forcella crescendo |
|
|
|
96 e 98 vl, pf
|
C |
f solo nel rigo del pf |
|
B (aut.) f |
per entrambi gli strumenti
La scrittura di Debussy è molto incerta, il f si fonde quasi
con la forcella crescendo, inoltre non è annotato a margine. Le successive
emissioni Durand pongono il f del vl solo a 96. In Henle
prudentemente entrambi tra parentesi. B è ancora aperta? |
|
|
|
96 pf m.d. |
B (aut.) |
il si è cerchiato; a margine destro cerchio con annotazione manoscritta
incerta: revoir cette noire |
|
|
|
96-99 vl, pf
|
B (aut.) |
molto rit. nel rigo del vl prolungato fino a 99 con
la tipica grafia debussiana: - - - // . Assenti trattini nel
rigo del pf |
|
C |
assenti trattini anche nel rigo del vl |
|
D |
Molto rit. senza trattini
Molto rit. - - // ulteriore indicazione da 98 a 99
|
|
A
|
assente
in Henle assenti trattini |
|
|
|
96 e 98 pf
|
B (aut.) |
un segno verticale sembra protrarre la legatura della m.d.
sul si croma; Debussy lo annota anche a margine; le edizioni non ne
tengono conto
|
|
|
|
98 vl
|
C, B (aut.) |
legatura fino al si semiminima |
|
D |
legatura prime tre semicrome |
|
|
|
100 vl, pf
|
C |
au Mouv.t initial |
|
D, B, A |
au Mouv.t |
|
|
|
100 pf
|
B (aut.) |
un segno di legatura sembra unire la doppia acciaccatura della
m.s. al do della m.d.; assente nelle edizioni
|
|
|
|
100-103 pf m.d. |
B (aut.) |
unica legatura |
|
|
|
104-105 pf m.d.
|
C |
legature: da 100 alla prima quartina di 104, quindi sulle tre quartine
successive (104-105), infine sulle ultime due (105);
Henle segue questa lezione
|
|
B (aut.) |
tre legature, una ogni due quartine, in ogni cambio di posizione
delle mani; annotate a margine destro; queste legature evidenziano l’hemiola
|
|
|
|
106-107 vl
|
C, B (aut.) |
legatura unica |
|
D |
legature ogni battuta |
|
|
|
109-110 vl
|
C, B (aut.) |
forcella diminuendo |
|
D, A |
assente |
|
|
|
108-109 pf
|
C |
forcelle crescendo e diminuendo tra i due pentagrammi |
|
B (aut.) |
forcelle crescendo e diminuendo sotto i pentagrammi |
|
|
|
108 pf m.s.
|
B (aut.) |
fa :
legatura «lasciar vibrare» (solo in 108) |
|
A |
fa :
legatura «lasciar vibrare» fino a 110 (do ) |
|
C e edizioni d’uso |
assente |
|
|
|
110 vl
|
B (aut.) |
sur la touche
(quasi tremolo)
|
|
C |
sur la touche
quasi trem. assenti parentesi
|
|
D |
sur la touche quasi trem. |
|
A |
assente |
|
|
|
110-111 vl
|
C, B |
unica legatura, poi cambio pagina |
|
D |
nuova legatura da re
(111) |
|
A |
la legatura sembra continuare oltre il cambio pagina |
|
|
|
112-113 vl
|
C, B, A |
unica legatura |
|
D |
legature: da si
; da sol ;
da fa
(113), ogni cambio di armonia |
|
|
|
114-115 vl
|
C, B, A |
unica legatura |
|
D |
legature: da re
(114);
da sol
(115)
sarebbe invece opportuno ripartire le legature evidenziando l’hemiola,
come fa l’autore in 104-105 pf, B (aut.)
|
|
|
|
115 vl
|
A |
ultima nota del tremolo: sol
croma |
|
B (aut.) |
corregge la lezione di A in si-sol
(tremolo); lezione definitiva |
|
C, D |
lezione definitiva |
|
|
|
116-123
|
|
|
e 128-131 vl |
A |
versione ripudiata caratterizzata da una serie di trilli |
|
B (aut.) |
numera da 1 a 16 le battute 116-131, le cancella e scrive a margine
sinistro: voir corrections; sotto la cancellatura si notano correzioni
che l’autore aveva apportato prima di rifiutare questa versione
|
|
C, D |
restano inalterate 124-127; la nuova versione presenta al basso per
aggravamento la testa del tema di 29
|
|
|
|
116 pf m.d. |
A, C |
trattino sopra la semicroma |
|
B (aut.) |
lo cancella, annota a margine sinistro la correzione, ma l’editore
non ne tiene conto;
in Henle come A, C (non considera B)
|
|
|
|
131 pf m.d.
|
A |
trattino sull’ultima croma |
|
B (aut.) |
lo cancella; lezione definitiva |
|
C |
lezione definitiva |
|
|
|
132 vl, pf
|
C, D |
Poco a poco animato |
|
B, A |
assente
nota: D è testimone autonomo da B |
|
|
|
13 4-135 vl
|
C, B, A |
unica legatura |
|
D |
cambio di legatura in 135 |
|
|
|
138-139 vl
|
C, B, A |
unica legatura |
|
D |
come 134-135 |
|
|
|
141 vl
|
C |
mf mordant |
|
B (aut.) |
corregge lezione di A in mf mordant |
|
D, A |
f mordant
successive edizioni Durand e Henle: f mordant (ignorano B
e C)
nota: Henle non segue sempre lo stesso testimone, oscilla tra A e C,
non considera B
|
|
|
|
141-142 vl
|
C, B, A |
trattino sotto ogni accento |
|
D |
assente |
|
|
|
144-145 vl
|
A, D |
assente trattino sotto ogni accento
(l’autore segue una logica: l’arcata è differente rispetto a 141-142)
|
|
B, C |
trattino solo in 144; errore del copista: erronea applicazione del
criterio dell’analogia (solo in 144);
in Henle trattino in 144, tra parentesi in 145 (si basa su C, non su
A)
|
|
|
|
146 vl, pf
|
C |
60 =
solo nel rigo del vl |
|
B (aut.) |
(60 =
) |
|
D, A |
assente |
|
|
|
147-151 vl
|
C, B, A |
unica legatura |
|
D |
nuova legatura ogni inizio di battuta |
|
|
|
150-153 vl, pf
|
C, B (aut.) |
Retenu poco a poco - - - // fino a 153 |
|
D |
Retenu poco a poco solo in 150 |
|
A |
assente |
|
|
|
153 vl
|
C, B, A |
ultime sei semicrome: unica legatura |
|
D |
ultime sei semicrome: legatura ogni tre |
|
|
|
155 vl
|
C, B, D |
simili |
|
A |
simile
nelle successive edizioni Durand e in Henle: simile (partitura),
nelle parti di violino permane simili |
|
|
|
160 vl
|
A, D |
la: trattino sotto l’accento |
|
C, B |
assente
in Henle trattino tra parentesi
|
|
|
|
160-162 vl
|
C, B, A |
legatura fino alla semiminima della battuta seguente |
|
D |
legatura ogni inizio di battuta |
|
|
|
169-170 vl |
|
come 160 |
|
|
|
176 vl
|
A, D |
V on abbreviazione di Violon |
|
C, B |
assente |
|
|
|
180-184 vl
|
C, B, A |
legatura unica da sol (180) |
|
D |
nuova legatura inizio 183 |
|
|
|
182-183 pf m.d.
|
A |
legatura di valore da sol a sol |
|
B, C |
assente legatura di valore da sol a sol; errore tramandatosi anche
in successive Durand
in Henle lezione corretta[19]
|
|
|
|
184-186 vl, pf
|
C |
p e cresc. molto |
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B (aut.) |
indicazione dinamica a stampa solo al pf; la aggiunge anche
al vl |
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D |
assente indicazione dinamica in 184 |
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A |
indicazione dinamica solo al pf
nota: D è precedente a B; D dipende da A |
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186-188 vl |
D |
su sol (186): crescendo. . .molto (sol, 188) |
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188-191 vl
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C, B, A |
unica legatura da sol (188) a mi (191) |
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D |
tre legature: da sol (188); da mi (190); da mi (191) |
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194 vl
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C, B |
su do: assente trattino sotto l’accento |
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D, A |
su do: trattino sotto l’accento
in Henle: trattino (partitura); tra parentesi nella parte di vl |
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196-199 pf m.d.
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A |
legatura di frase |
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C, B |
assente
Henle: assente |
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200-203 pf m.d. |
A, B, C |
legatura di frase (anche in Henle) |
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196 e 200 vl
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B (aut.) |
su la: aggiunge trattino sotto l’accento a stampa, annota per due
volte a margine destro l’accento e il trattino (≥)
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C, D |
assente trattino
nota: D è precedente a B
in Henle: assente (non considera B)
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198 e 202 vl
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D |
segno v (sotto il), simile a cambio di arcata |
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C, B, A |
assente |
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204-205 vl
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A, D |
glissando tra la e re (entrambe le volte) |
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C, B |
assente
in successive edizioni Durand, partitura: assente; parte: presente
in Henle: assente |
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205 vl
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C, B (aut.) |
forcella crescendo |
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D, A |
assente
in successive edizioni Durand, partitura: presente; parte: assente
in Henle, partitura: presente; parte di vl: assente |
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205 pf |
C, B, A |
forcella crescendo |
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206 vl, pf
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C, B, A |
nel pf indica un accento; nel vl indica colpo d’arco
«in giù» |
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D |
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206 pf |
C, B, A |
forcella crescendo sull’accordo (solo per il pf) |
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207 vl
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A |
sol acuto: suono naturale |
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B (aut.) |
corregge in suono armonico; lezione definitiva |
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C, D |
lezione definitiva |
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A |
Hiver 1916-1918
C. Debussy
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C, B |
Hiver 1916 – 1917 |
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Date le enormi differenze tra la parte di violino (D)
e gli altri testimoni, si può avanzare l’ipotesi che D sia autonomo
e precedente rispetto alle bozze di stampa (B). |
Successive emissioni Durand
Nelle successive emissioni Durand sono state apportate correzioni
allo scopo di eliminare le differenze tra partitura e parte di violino nella
prima edizione, senza dichiarati intenti filologici. Il più delle volte la
correzione è consistita nel riportare sulla partitura la lezione presente
nella parte di violino della prima edizione, che è poco attendibile poiché
non sappiamo se sia stata approvata dall’autore.
Alcuni rilevanti esempi secondo l’esemplare depositato presso
la Biblioteca del Conservatorio di musica S. Cecilia di Roma (partitura):
Allegro vivo
34, 36, 44-55 vl: viene offerta la lezione di D, si
rende così ancora meno verosimile la partitura
41 vl: assente il do nell’accordo, secondo la lezione
di D
92-95: vengono riprodotte le legature (più «violinistiche»)
di D con l’emendatio dei trattini sulle crome, ma nella parte di violino
essi sono presenti!
110-113: qui invece non si segue la lezione di D, ma si mantiene
la legatura unica presente nella partitura.
154 vl: attestazione nella partitura del mf presente
nella parte di violino e assente in tutti gli altri testimoni (vedi sopra)
226-233 pf: legature di frase secondo la lezione di
C
Intermède
56 pf, m.s.: viene emendata la lezione erronea
di B e C, si pone bemolle in luogo di bequadro prima dell’ultimo mi
Quest’esemplare attesta la lectio facilior (124) cui
hanno attinto le successive edizioni compresa Henle (vedi sopra).
Finale
9-10 vl: legatura di valore secondo la lezione di A.
155 vl: simile secondo la lezione di A.
182-183 pf m.d.: assente legatura di valore da
sol a sol: errore derivante da B e C.
7. Conclusioni
Vari fattori di ordine storico, biografico e psicologico intervengono
nel percorso accidentato della Sonate pour violon: l’autore torna più
volte sul proprio progetto compositivo, ripudia versioni precedentemente adottate,
corregge meticolosamente le bozze di stampa in cui fa riferimento ad altre
corrections, purtroppo per noi perdute.
La prima edizione non può considerarsi pienamente depositaria
dell’ultima volontà d’autore, perché molte correzioni autografe nelle bozze
di stampa non sono passate, forse per distrazione del copista che ha operato
banalizzazioni e scelto la lectio facilior, o per incomprensibilità
della grafia incerta dell’autore.
Le edizioni di musica pratica esistenti prima dell’Urtext
Henle hanno cercato un compromesso tra esigenze di prassi esecutiva, peraltro
molto soggettive, e indicazioni meticolosissime dell’autore.
La parte di violino annessa alla prima edizione è un esempio
emblematico di interventi di prassi che non si limitano alle sole arcate,
ma investono anche l’ordine della dinamica.
L’edizione Urtext Henle del 1997 è importante perché
è la prima che abbia messo a confronto i vari testimoni: schizzi, prove di
stampa e prima edizione. Ernst-Günter Heinemann afferma che la prima edizione
rappresenta «veramente la versione finale»[20]
poiché l’autore ha effettuato numerose correzioni sulle prove di stampa, e
non fa affatto cenno all’ultima volontà d’autore. Purtroppo molte di queste
correzioni non sono passate nella prima edizione: non sappiamo se Debussy
abbia rinunciato alle sue intenzioni espresse così chiaramente nelle bozze,
o se non sia stato possibile rivedere la prima edizione. Manca comunque a
tutt’oggi un apparato critico che ne tenga conto e dia loro il necessario
rilievo.
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