Paesaggi Sonori.

Suoni e rumori nella foresta della Valsolda (Como)

 

Visitando una qualsiasi delle nostre vallate o zone boschive, l’ascolto dei canti o dei segnali acustici di uccelli e mammiferi nelle diverse stagioni ci può dare una traccia naturale per percepire i cambiamenti degli ambienti e farci apprezzare meglio la ricchezza di vita e la biodiversità degli ecosistemi che stiamo scoprendo.
L’ascolto dei canti degli uccelli, il suono animale più copioso e prolungato durante il ciclo annuale, favorisce, inoltre, una riconnessione profonda con la natura, aiuta il rilassamento e l’ascolto del profondo.
Gli uccelli, in particolare, per il loro adattamento ai diversi habitat, possono essere una guida preziosa per la scoperta degli ambienti naturali, perchè la loro presenza ci indica lo stato di evoluzione della vegetazione e, quindi, la qualità ecologica degli habitat. Osservare e ascoltare un ambiente naturale ci porta a valorizzarlo e a concordare con gli sforzi fatti per conservarlo e gestirlo come avviene nella Foresta Regionale della Valsolda.
Le modalità di approccio e le tecniche legate all’ascolto degli animali costituiscono un modo leggero, non invasivo e rispettoso, per avvicinare l’ambiente naturale.
La Via dei Canti è un percorso naturalistico che vuole accompagnarvi nell’avvicinamento alla natura, ai suoi silenzi e ai suoi suoni.
Fonte continua di vita, teatro della vita umana, vegetale e animale, la natura riserva mille emozioni derivanti dall’osservazione delle diverse forme di vita, dalla loro scoperta e dall’ascolto.
In un ideale percorso ad occhi chiusi lungo i sentieri della Foresta, si potrebbe capire dai soli suoni della natura dove ci si trova, quale vegetazione ci circonda ed in che tipo di habitat ci si muove.
Vi accompagneremo, invece, ad occhi aperti ed orecchie tese, ad avvicinare il complesso mondo dei suoni degli animali. Imparare è più facile di quanto sembra; con l’aiuto di questa guida e il CD potete prepararvi all’ascolto e, una volta rientrati, conservare una traccia di quanto ascoltato. Lungo il percorso una serie di 10 pannelli (A-L) induce a fermare il passo e ad ascoltare in silenzio.


Canti e non solo

Negli uccelli la comunicazione acustica è importante e raggiunge forme molto complesse; per questi motivi e per la vistosità di manifestazione è anche molto studiata e rappresentata nelle fonoteche e nelle collane di dischi di suoni della natura.
Le emissioni acustiche si distinguono in vocali e strumentali: le prime sono prodotte dalla siringe, situata nel torace dove i due bronchi si uniscono a formare la trachea, mentre le seconde vengono prodotte in altri modi, per esempio, nei picchi, percuotendo con il becco un tronco d’albero, secondo ritmi caratteristici delle varie specie.
Negli uccelli la comunicazione acustica serve per trasmettere, sia da postazioni fisse che in volo, su distanze medio lunghe (50-500 metri) informazioni vitali, relative soprattutto al corteggiamento e all’isolamento riproduttivo nonchè alla difesa della prole e del territorio colonizzato.
Come definizione generale distinguiamo le emissioni vocali fra canti e segnali. Tutti gli uccelli producono segnali sonori relativamente semplici, emessi durante tutto l’anno in relazione a determinate situazioni, ad esempio per il coordinamento in volo, per mantenere il contatto, oppure segnali di pericolo e di disagio, o per chiamare i piccoli. In alcuni casi possono avere significato sia specifico che sovraspecifico, ad esempio nel caso dei segnali di allarme.
Il canto, territoriale e di corteggiamento, espresso talvolta in forme vistose e strutturalmente complesse, è caratteristico dei piccoli passeriformi, per questo indicati come “uccelli canori”. Il contenuto di informazione di un canto può essere molteplice: esso fornisce indicazioni sulla specie che lo produce, spesso anche sulla appartenenza ad una determinata popolazione (fenomeno dei dialetti), sul sesso, età, stato fisiologico, disponibilità all’accoppiamento, combattività nella difesa del territorio.
Negli uccelli non canori le stesse funzioni del canto sono assolte da segnali molto più semplici, talvolta inconfondibili come i suoni emessi dal corvo imperiale, dalla poiana, talvolta più anonimi, rari e difficili da riconoscere. Questa differenza corrisponde a comportamenti ed esigenze ecologiche diverse. Gli uccelli non canori sono di grandi dimensioni e frequentano soprattutto spazi aperti dove la visione è il senso più importante.
I canori, invece, sono piccoli e abitano ambienti con vegetazione densa dove la vista è impedita e quindi il suono diventa l’elemento più importante per la comunicazione e il mantenimento dei contatti. Tanto importante che certe specie morfologicamente simili si differenziano unicamente tramite il canto. Le cince sono tra gli uccelli canori più comuni nei boschi italiani, sono 6 specie che si distribuiscono dalla zona mediterranea fino al limite superiore della vegetazione arborea alpina. Resistenti, numerose, spesso riunite in gruppi, giocoliere tra i rami, sono particolarmente canore. Le varie specie hanno un grande numero di vocalizzazioni, ma nonostante questo i canti sono facilmente riconoscibili perché brevi e particolarmente netti e chiari tanto che sono tra i primi uccelli di cui si impara il canto. Anche le immagini spettrografiche sono particolarmente chiare ed aiutano ad associare ciò che si sente con la reale struttura acustica del canto.
Altri uccelli canori, quali il fringuello, lo scricciolo, il pettirosso, hanno invece canti ben più complessi ed articolati.
In primavera e in estate, nei momenti di silenzio, nelle ore più calde, quando nessuno canta, possiamo ascoltare gli infiniti ronzii degli insetti che volano nel bosco, mentre in autunno, soprattutto nelle settimane a cavallo della fine di settembre, potremo sentire i potenti bramiti dei cervi maschi che manifestano la loro disposizione all’accoppiamento. Le ore migliori sono quelle verso l’imbrunire ma lo spettacolo sonoro può durare anche tutta la notte.
Per ascoltare i pipistrelli invece dovremo dotarci di qualche artificio tecnologico; le nostre orecchie infatti non percepiscono gli ultrasuoni emessi da questi piccoli mammiferi volanti per evitare gli ostacoli e individuare le prede nel volo notturno. Dobbiamo pertanto usare il bat-detector, un piccolo strumento che converte gli ultrasuoni in suoni udibili.

 
 
 

I paesaggi sonori della Valsolda

Il CD della Via dei Canti racchiude una significativa parte del paesaggio sonoro caratteristico della Foresta Regionale Valsolda. Le tracce sonore sono accorpate per ambienti, elencando le specie più caratteristiche o cosiddette dominanti, cioè più comuni ed ascoltabili nel corso del ciclo annuale. Lungo il percorso i pannelli A-L indicano posizioni particolarmente favorevoli all’ascolto .
L’ordine di presentazione degli ambienti segue lo sviluppo della Via dei Canti, comprendendo anche la fase di avvicinamento alla Riserva, dall’abitato di Dasio all’Alpe Ranco attraverso diverse piccole zone rurali.

Vista la compenetrazione degli ambienti vegetali e la adattabilità degli uccelli nello scegliere il territorio in base alla conformazione del biospazio, alcune specie possono essere presenti in più ambienti. Ad esempio il comune Fringuello frequenta vari tipi di bosco e di zone aperte nel corso dell’anno, ma si è scelto di collocarlo per maggiore contattabilità stagionale in un definito ambiente.
Per dare uno spunto utile alla fruizione dell’itinerario d’ascolto della Via dei Canti, sono state definite anche due caratteristiche “sonore” degli ambienti attraversati: la “Sonorità” indica la ricchezza di canti nel periodo primaverile, con valori da 1 a 3, mentre la “Contattabilità” indica la facilità di ascolto che dipende da diversi fattori quali la densità della vegetazione o la presenza di rumori ambientali che possono disturbare l’ascolto, quali quelli prodotti dai corsi d’acqua (valori da 1 a 3).

Boschi misti di latifoglie in prossimità di zone rurali montane (sonorità 3, contattabilità 3)

La prima parte dell’itinerario che conduce all’inizio della Foresta Demaniale Regionale Valsolda muove dall’abitato storico di Dasio che è circondato da una piccola zona rurale caratterizzata da prati da sfalcio e piante da frutto isolate.
L’esposizione e la quota favoriscono l’insediamento di specie sinantropiche quali la Passera d’Italia, il Merlo, il Codirosso, il Codirosso spazzacamino, il Balestruccio, la Ballerina bianca, che utilizzano prati e piccoli giardini privati per alimentarsi e frequentemente gli edifici per nidificare. Il percorso si inoltra quindi nel bosco dopo l’attraversamento del Torrente Soldo, e raggiunge l’Alpe Ranco percorrendo alcune panoramiche terrazze a pascolo circondate da vegetazione boschiva a carpino nero, castagno, nocciolo e maggiociondolo.
Questo ambiente ecotonale mantenuto aperto dalla residua zootecnia locale, costituisce un ottimo punto di osservazione sulle cime circostanti, ed un luogo dove osservare le specie ornitiche in alimentazione o in volo. Proseguendo oltre l’edificio dell’Alpe, si giunge all’ingresso della Foresta Demaniale.

Le specie più facilmente ascoltabili sono Codirosso, Cinciallegra, Fringuello, Cinciarella, Cincia bigia, Picchio verde. Pannelli A D E, 1-4.

L’Orno-Ostrieto (sonorità 2, contattabilità 1)

L’Orno-Ostrieto è il tipo di bosco più diffuso sulle Prealpi lombarde, costituito generalmente da carpino nero, orniello o frassino; insieme alla faggeta, è la categoria vegetazionale principale della foresta. Con essa si divide il territorio in funzione delle diverse condizioni di profondità del suolo, esposizione ed altitudine.
L’Orno-Ostrieto ha una distribuzione omogenea alle quote inferiori della Foresta. La composizione specifica è dominata dal carpino nero a cui si associano sorbo montano, faggio, roverella, maggiociondolo, frassino orniello ed anche pino nero e pino silvestre in conseguenza dei rimboschimenti realizzati in passato.
Molto ricca è anche la componente arbustiva caratterizzata dalla presenza di pero corvino, nocciolo, prugnolo, corniolo, ligustrello, viburno lantana. La fisionomia del bosco appare variabile, dalla boscaglia a copertura rada e lacunosa in ambienti rupestri al bosco ceduo vero e proprio sui pendii meno aspri.

Le specie ascoltabili sono Scricciolo, Capinera, Pettirosso, Codibugnolo, Regolo, Luì piccolo, Luì bianco. Pannelli A B C F, 5 6 8.

La Faggeta (sonorità 3, contattabilità 2)

Le condizioni ecologiche generali privilegiano la presenza del faggio che si spinge fino al limite della vegetazione arborea intorno ai 1500-1600 m. La sua distribuzione tuttavia è limitata dalla morfologia del comprensorio, caratterizzato da scoscese pareti rocciose e da versanti molto ripidi e con suolo superficiale, e dall’intervento dell’uomo che prima ha trasformato i boschi in pascoli e poi ha favorito, con interventi diretti, l’affermazione delle conifere in luogo del potenziale bosco di faggio. Al faggio si associano il carpino nero, l’acero di monte e il frassino, oltre all’abete rosso e al larice, entrambi di origine antropica.
Il bosco ha spesso una struttura pluristratificata dove il faggio può rappresentare sia il piano dominante che il piano intermedio quando è sovrastato dal larice. Le zone più rade hanno una componente arbustiva costituita principalmente da nocciolo, corniolo, biancospino, maggiociondolo.
La Faggeta è l’ambiente locale più ricco di canti ornitici e dove le piante sono più mature ha una conformazione ambientale che permette una particolare diffusione dei suoni per la presenza della cupola acustica formata dalle chiome. La maggior quantità di specie ed individui si rinviene dove è presente rinnovamento con maggior componente arbustiva.

La maggior ricchezza di canti è nella stagione primaverile durante la quale possiamo ascoltare Tordo bottaccio, Picchio rosso maggiore, Cincia mora, Cincia dal ciuffo, Cuculo, Ghiandaia, Allocco e Peppola.
A settembre-ottobre potremo invece sentire echeggiare nel bosco i possenti bramiti dei cervi maschi che generalmente si dispongono nelle radure per meglio diffondere i loro richiami.
Pannelli D G H L, 7-10.

Boschi primitivi e rupi (sonorità 2, contattabilità 3)

Sui versanti con esposizione a sud troviamo ambienti caratterizzati da maggiore accidentalità e xericità, con la copertura che si dirada alternandosi ad aree aperte con copertura erbacea ed arbustiva.
Le specie principali sono il carpino nero ed il sorbo montano a cui si associano la roverella ed il maggiociondolo. Soprattutto sui versanti più ripidi la vegetazione arboreo-arbustiva lascia spazio alle rocce, ai lembi di prati magri ed alle rupi che caratterizzano ampiamente alcune porzioni del versante, fino a diventare elemento paesaggistico spettacolare e dominante, oltrechè sito di sosta e nidificazione per alcune specie ornitiche rupicole.

Qui possiamo ascoltare Corvo imperiale, Zigolo Muciatto, Codirosso spazzacamino, Coturnice, Gallo forcello, Aquila reale, Poiana, Gheppio.
Pannelli G-I, 9-11.

 

La Fonoteca Zoologica Regionale

La Fonoteca Zoologica Regionale è stata creata con finanziamenti della Regione Lombardia per raccogliere, conservare, studiare, rendere disponibili ai ricercatori interessati, e rendere disponibili per attività divulgative le registrazioni acustiche delle specie animali che popolano i vari ambienti della Regione.

La Fonoteca, realizzata dal CIBRA dell'Università di Pavia, ospita anche registrazioni dei paesaggi sonori di vari ambienti naturali; registrazioni corali che rappresentano l'insieme delle specie tipiche di ciascun habitat e quindi ne rappresentano anche la biodiversità.

 

 

Specie, canti e spettrogrammi

Le figure seguenti mostrano, per ogni specie, lo spettrogramma del canto o dei richiami. Per facilitarne la comparazione, nella maggior parte dei casi l’asse orizzontale corrisponde a 4.8 secondi e l’asse verticale a 12 kHz. Fanno eccezione l’allocco con rispettivamente 14.4 secondi e 8 kHz, e il cervo, con 18 secondi e 11 kHz.
Le specie e i suoni qui illustrati sono stati scelti fra quelli più facilmente udibili e riconoscibili; le specie sono qui presentate con il nome italiano e il nome scientifico.

La maggior parte delle registrazioni sono state effettuate in Valsolda; in alcuni casi sono state inserite registrazioni effettuate altrove ma in ambienti simili.
Le registrazioni di Cervi sono state effettuate ai margini delle faggete della Foresta del Cansiglio. Le registrazioni sono state selezionate e filtrate per offrire la miglior qualità di ascolto pur mantenendo un sottofondo di rumori e suoni naturali; interventi di filtraggio più intensi sono stati effettuati per attenuare i rumori a bassa frequenza prevalentemente dovuti al rombo di aerei e al traffico anche lontano.

Registrazioni: Guido Pinoli e Gianni Pavan (Allocco, Cervo).
Editing: Gianni Pavan.
Archivio: CIBRA
- Fonoteca Zoologica Regionale

Le tracce audio sono numerate come sul CD ma fornite in formato MP3. Cliccare sul numero della traccia per avviare la riproduzione tramite il player di default del vostro sistema. Cliccare con il tasto destro del mouse e poi selezionare "Salva oggetto" nel caso vogliate salvare la traccia sul vostro PC.

Sono vietati la riproduzione e l’uso commerciale delle registrazioni.

   

Cinciallegra, Parus major

Traccia 3 - Canto

 

Fringuello, Fringilla coelebs

Traccia 4 - Canto

 

Cinciarella, Parus coelureus

Traccia 7 - Canto

 

Cincia bigia, Parus palustris

Traccia 8 - Canto

 

Picchio verde, Picus viridis

Traccia 9 - Richiami

 

Scricciolo, Troglodytes troglodytes

Traccia 11 - Canto

 

Regolo, Regulus regulus

Traccia 12 - Canto con Fringuello in sottofondo

 

Capinera, Sylvia atricapilla

Traccia 13 - Canto

 

Codibugnolo, Aegithalos caudatus

Traccia 15 - Richiami

 

Luì piccolo, Phylloscopus collybita

Traccia 16 - Canto

 

Luì bianco, Phylloscopus bonelli

Traccia 17 - Canto

 

Tordo bottaccio, Turdus philomelos

Traccia 20 - Canto

 

Picchio rosso, Dendrocopos major

Traccia 23 - Tambureggiamento e richiami

 

Cincia mora, Parus ater

Traccia 24 - Canto

 

Cincia dal ciuffo, Parus cristatus

Traccia 25 - Canto

 

Cuculo, Cuculus canorus. Le tipiche note bitonali del cuculo sono rappresentate nella parte bassa dello spettrogramma.

Traccia 26 - Canto

 

Ghiandaia, Garrulus glandarius

Traccia 27 - Richiami

 

Allocco, Strix aluco

Traccia 29 - Canto (hooting)

 

Corvo imperiale, Corvus corax. I richiami del corvo imperiale sono nei riquadri. A frequenze più alte si vede il canto della Cincia mora

Traccia 34 - Richiami con Cincia mora

 

Zigolo Muciatto, Emberiza cia

Traccia 35 - Canto con in sottofondo Pettirosso e Fringuello

 

Codirosso spazzacamino, Phoenicurus phoenicurus

Traccia 36 - Canto con in sottofondo Fringuello

 

Coturnice, Alectoris graeca. I richiami della coturnice sono indicati dal riquadro giallo.

Traccia 37 - Richiami

 

Gallo forcello, Tetrao tetrix. Il canto del gallo forcello è rappresentato nella parte bassa dello spettrogramma.

Traccia 38 - Rugolio Traccia 39 - Soffio

 

Aquila reale, Aquila chrysaetos

Traccia 40 - Richiami di adulto

 

Pioana, Buteo buteo

Traccia 41 - Richiamo di adulto Traccia 42 - Richiamo di giovane

 

Gheppio, Falco tinnunculus

Traccia 43 - Richiami

 

Cervo, Cervus elaphus. I bramiti (i suoni più lunghi) e le tossi (i suoni più brevi) sono emessi dai maschi prevalentemente nella stagione riproduttiva che si colloca a cavallo fra settembre e ottobre.

Traccia 45 - Bramiti di diversi individui

 

 

 
 

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