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Composizione e sperimentazione nel rock britannico 1967-1976 |
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Analisi
di Alan’s Psychedelic Breakfast B 1’25” - 3’33” C 3’34” - 4’30” ----> D 4’31” - 7’43” E 7’44” - 8’45” ----> F 8’46” - 9’52” G 9’53” - 11’46” H 11’46” - 13’00” ----> In realtà, l’articolazione formale non è riconducibile a una mera alternanza tra sezioni con materiali concreti e sezioni con suoni strumentali: come si sottolineava in precedenza, i suoni del mondo reale che evocano la colazione immaginaria non sono semplici “siparietti” decorativi che intercalano gli interventi dei musicisti, ma acquistano una funzione strutturale di primaria importanza all’interno di tutto il pezzo. Per approfondire questo aspetto, occorre esaminare in dettaglio il contenuto delle singole sezioni: i principali eventi sonori della sezione A sono schematizzati in forma grafica nella figura 7. Fig.7. La figura 7 evidenzia come i suoni della colazione immaginaria perdano progressivamente il loro carattere “naturale” per acquisire una funzione “musicale” fino a collegarsi, nella parte finale della sezione, con i suoni strumentali. Si osservi, in particolare, il rapporto ritmico battere-levare che si determina tra lo sfregamento del cerino e l’accordo di organo nel ponte che conduce alla sezione strumentale B. Si notino, inoltre, alcune evidenti relazioni fra determinati eventi sonori. La voce in loop viene spesso preceduta da eventi sonori articolati, rumori di stoviglie e acqua; il suono della porta sbattuta diventa un indizio di eventi importanti: a 12”, come inizio degli eventi sonori della colazione; a 51” segnala l’inizio del rumore continuo del gas che fa da sfondo all’alternanza tra sfregamento del cerino e accordo di organo che conduce alla sezione B. Ciascun evento, dunque, oltre a evocare il paesaggio sonoro della colazione attraverso un montaggio sonoro artificiale, possiede una sua precisa funzione strutturale in relazione al discorso complessivo. L’idea di attribuire ai suoni reali una funzione di levare ritmico verrà ripresa alla fine della sezione E, dove il ruolo assunto dallo sfregamento del cerino nella sezione A verrà espletato dallo scoppiettio dell’olio che frigge: eventi reali diversi, dunque, ma utilizzati con una stessa funzione musicale. A 4’09” l’atto di versare, presumibilmente, dei cornflakes in una tazza, produce un suono che viene articolato ritmicamente, fino a collegarsi per analogia allo sfrigolio della padella che diventa il tappeto sonoro su cui si sviluppa il secondo intermezzo strumentale. La sezione D rappresenta un altro caso interessante. È una sezione importante sia per la sua posizione centrale, sia per il fatto che la sua durata è maggiore delle altre, quasi un quarto dell’intero brano. In questa sezione, prevalentemente strumentale, i suoni reali vengono impiegati con funzioni differenti. In alcuni casi mettono in evidenza il contrasto fra i due contesti, quello musicale e quello naturale, mentre in altri casi acquistano un funzione musicale, sottolineando momenti strutturalmente importanti. Un interessante esempio si trova a 5’35”, quando un rumore di masticazione messo in primo piano sottolinea il passaggio da Re maggiore (protratto dall’inizio della sezione) a Sol6. (esempio audio15) In questo caso, dunque, i suoni reali non evidenziano un aspetto ritmico (battere-levare), ma vengono utilizzati per sottolineare e anticipare un cambio di armonia. Veniamo ora al passaggio tra il secondo e il terzo movimento, indicato nel disco a 8’17”, in corrispondenza della ricomparsa di alcuni elementi già utilizzati in precedenza: cerino sfregato, sfrigolio dell’olio nella padella e accordo strumentale. Nell’interpretazione formale che qui si propone, la cesura tra i due movimenti si verifica all’interno della sezione E: la scelta di non attribuire, a livello percettivo, una funzione segmentante a tali elementi, è determinata dall’analogia con la sezione A, in cui l’introduzione di questo tipo di suoni non scandisce l’inizio di una nuova sezione, ma viene piuttosto percepita come una fase preparatoria all’avvio della successiva sezione strumentale (B). Anche a 8’17”, dunque, la serrata articolazione ritmica dei suoni concreti non viene interpretata come una discontinuità che determina l’inizio di una nuova sezione, ma come un culmine della sezione E destinato a risolvere nella zona strumentale successiva, che comincia a 8’46” (F). In tutte le sezioni del pezzo in cui compaiono i suoni del mondo reale si assiste a una continua modifica di quella che potremmo definire tessitura referenziale: un criterio di strutturazione dei suoni del mondo reale che vengono utilizzati in modo tale da evocare il loro contesto originale e rinviare a legami extramusicali. Si passa spesso, soprattutto nella sezioni A – C – E – H, ma anche nella D e nella G, da un struttura referenziale forte a una debole, da un discorso principalmente mimetico a uno che si basa sulle proprietà sonore intrinseche. Le tecniche di fissaggio sonoro hanno permesso al musicista di includere nel proprio universo tutti i suoni che è possibile registrare. I suoni provenienti dal mondo reale possono essere impiegati astraendoli dal contesto, ma anche per articolare un processo narrativo, non descrittivo. In riferimento all’articolazione narrativa, in questo brano assistiamo a un procedimento di “distacco temporale”: la possibilità di rappresentare una scena sonora astratta dal suo contesto originale e, quindi, temporalmente congelata. |
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